Vorrei partire dall’osservazione dell’asse delle case in questione per fare alcune “divagazioni”: l’asse 2a/8a, cosignificante dei segni Toro/Scorpione, con i pianeti collocati secondo la domificazione di Lisa Morpurgo, ovvero X(Proserpina)-Giove-Venere e Plutone-Mercurio-Marte.
Ho avuto modo di segnalare più volte come le case, e soprattutto gli assi, siano strettamente connesse alle fasi infantili, a quelli che la psicologia evolutiva indica come passaggi cruciali nello sviluppo individuale; mi riferisco in particolare alla scuola di Margaret Malher, considerata ancora oggi un cardine fondamentale nel campo della psicologia evolutiva. Le lesioni sugli assi rappresentano problematiche che si sono instaurate nella fase infantile corrispondente e che apportano una serie di tematiche e di dinamiche psicologiche in quel preciso settore della vita, creando situazioni che sono comunque rapportabili per associazione simbolica alla corrispondente fase infantile.
Sull’asse 2a/8a si pongono le basi più profonde del sé, quelle che potranno consentirci di sviluppare sicurezza e partecipazione. La psicologia freudiana ha postulato che in un bambino esistano desideri ed impulsi che sono rappresentati in forma del tutto inconscia, però non ha spiegato come il neonato (questo asse parte dai 40-50 giorni di vita e si conclude intorno al primo anno) riesca poi a dare un’organizzazione a tutta questa massa di sensazioni che inizialmente non ha alcuna coerenza, al fine di formare qualcosa di completo che venga a rappresentare un desiderio, una voglia o una intenzione.
È provato che Freud, lavorando quasi esclusivamente con gli adulti, non ebbe modo di osservare come potevano crearsi queste basi nei neonati; ora invece, grazie agli studi nel campo della psicologia evolutiva, possiamo sapere che i fondamenti del pensiero cognitivo (asse 3a/9a) prendono vita e forma da un apparato sensoriale in grado di trasformare le esperienze – nell’arco del primo anno di vita – prima in desideri-intenzioni e poi in pensieri.
Il bambino, nella fase della casa 2a (fino a 6 mesi di vita circa) impara ad organizzare le sensazioni della vita e le risposte del corpo. Partendo da suoni, odori, percezioni visive e tattili comincia ad organizzare una serie di sensazioni: i suoni diventeranno ritmi e le percezioni visive diventeranno immagini riconoscibili. Possiamo affermare che la sicurezza più elementare deriva dalla capacità di decifrare le sensazioni per giungere poi a pianificare le azioni.
Dallo scambio di sensazioni con la figura di riferimento (che la psicologia definisce “contenitore”) comincia a scoprire l’emozione del piacere che deriva a dell’essere contenuto e nutrito (due dei simboli per eccellenza di Proserpina che ha come archetipo base quello della Grande Madre, Dea della Natura con il compito di garantire la vita). La madre offre non solo gioia e piacere, ma anche sollievo all’angoscia e alla paura e viene sperimentata dal bambino come un rifugio sicuro.
Questa fase rappresenta il modo in cui noi troviamo il nostro terreno, come ci radichiamo al nostro territorio: se non siamo stati sufficientemente tenuti e toccati, non saremo mai sicuri di noi stessi, del terreno su cui siamo, poiché non avremo raggiunto la fiducia nella capacità di essere sorretti, prima dagli altri e poi da noi stessi. A tutti gli effetti, in questa fase il neonato è in un utero fuori dall’utero, è in una fase di gestazione psichica e, attraverso l’ambiente, il territorio e la madre che lo contiene, fa la prima esperienza di Sé. Se la madre è avvolgente, tenera e dolce, il neonato percepirà sé stesso nello stesso identico modo, se la madre è fredda, assente e l’ambiente è doloroso, la prima esperienza del Sé si colorerà di negatività.
Siccome il neonato non ha ancora un Io, essendo in una fase pre-egoica, è assolutamente necessario che si verifichi una continuità tra interno-esterno che sono ancora fusi (si divideranno solamente sull’asse 3a/9a), poiché sarà proprio questo stato fusionale che darà al bambino la possibilità di sviluppare i primi rudimenti dell’Io quando avrà una consapevolezza ed uno sviluppo motorio sufficienti per iniziare a separarsi (fase di casa 8a). Se il bambino non riesce ad avere i propri bisogni soddisfatti e riconosciuti, crescerà con una sensazione di sfiducia nel mondo esterno che lo porterà ad una dissociazione dal proprio mondo interno.
Desidero qui fare un inciso per spiegare quanto sia importante la domificazione di X-Proserpina in questa sede poiché è proprio da questo contenimento, da questo senso di simbiosi e di inglobamento e dal poter dipendere stando appoggiato su un terreno morbido e confortevole che il bambino potrà collegare interno ed esterno (casa 9a dove nuovamente troviamo la X-Proserpina che a questo punto è diventata il simbolo della rappresentazione del mondo: equazione Madre=Mondo). Se la madre è stata accogliente, il mondo sarà un posto in cui il bambino potrà immettersi con fiducia ed è da questa equazione che deriva la teoria di Fromm che l’amore della madre fornisce la fiducia nella vita in genere e l’idea che in ogni cosa vi sia un preciso significato. In questa fase infatti, non vi è distinzione tra interno ed esterno, è la madre che fa da filtro, ed è lei che lo condurrà attraverso un’infinità di stimoli ad incontrare il mondo esterno. Una madre che non riesca a prendersi cura del suo bambino offrirà pochi stimoli e il bambino potrebbe anche non giungere a distogliere l’attenzione da sé stesso per rivolgerla verso il mondo.
In casa seconda si pongono anche due altre importantissime basi: quelle del futuro sviluppo cognitivo – che parte dalle capacità di interpretare e organizzare le sensazioni (Giove) – e la possibilità di relazionare – che ha origine dall’essere stati amati e desiderati (Venere). Questi due pianeti pongono i mattoni per la futura interpretazione del mondo e per la capacità di cooperare relazionando con gli altri.
Il bambino, anche se agli inizi non riesce a mettere perfettamente a fuoco le esperienze sensoriali, è comunque estremamente aperto alle relazioni affettive; infatti, pur non avendo ancora un Sé capace di volontà di agire, è però in grado di rispondere all’ambiente in maniera globale e completa. Per questo motivo i suoi affetti sono fondamentali: la gioia è immensa come immense sono la rabbia e la frustrazione. Chi ha subito gravi carenze, disattenzioni o peggio ancora traumi in questa fase, si è visto negare la possibilità di radicarsi all’ambiente nonché quella di avere un buon rapporto con il proprio corpo; non riuscirà a mettere insieme quel binomio “cultura-natura”, capace di portarci ad un senso di equilibrio tra fuori e dentro di noi; avrà una serie di bisogni da colmare e sentirà costantemente le proprie fondamenta come insicure, incapaci di sostenere, e questo lo renderà a sua volta incapace di affrontare le difficoltà che la vita gli presenterà.
Quando un neonato si trova in situazione di abbandono o di trascuratezza, è come se fosse obbligato a dissociarsi da ciò che sente e quindi inevitabilmente si disconnette dalle proprie sensazioni, dal proprio corpo e dalla fisicità; tutto ciò avrà un impatto notevole sul suo senso di sopravvivenza, altra parola chiave della casa 2a. Questa è anche la fase dell’attaccamento, condizione necessaria per poter creare un senso di stabilità interna. Inoltre, in questa fase – e in quella complementare di cui parleremo tra poco – si forma il cosiddetto “codice” duale attraverso cui il bambino etichetta ogni cosa sia per le sue proprietà fisiche sia per le sue qualità emotive. Questo controllo incrociato gli permetterà di archiviare le esperienze in un “file” comprendente fenomeni e sentimenti che potranno essere richiamati ogni volta che occorre. È da questo codice che il bambino registra ad esempio che al fenomeno “poppata” si lega anche l’emozione “si sta bene vicino alla mamma”. In questo modo comincia ad organizzare le esperienze sensoriali legandole alle emozioni e ciò gli consentirà abbastanza velocemente di accedere allo sviluppo della logica che darà poi significato e rilevanza alle esperienze.
Tutta l’architettura psicologica ha quindi origine da ciò che il bambino incamera e sviluppa in casa 2a proprio con l’ausilio di questi tre pianeti che rappresentano:
- il contenimento e la possibilità di inserimento in un ambiente attraverso la figura di riferimento principale che modula e accompagna il suo inserimento nel mondo (X-Proserpina);
- la possibilità di sviluppare, attraverso le cure, le attenzioni e l’affetto, la capacità di relazionare con un altro oggetto (Venere);
- il nutrimento, che non è solo alimentare, giacché mentre viene allattato il bambino assimila anche mentalità, lingua, cultura e trova un suo particolare adattamento (Giove).
Ma non è ancora tutto. Attraverso il rapporto con la madre, l’ambiente e l’affetto che riceve, il bambino in casa 2a inizia a formare un proprio senso di valore personale, fondamentale per il raggiungimento dell’autostima e della conseguente possibilità di dare valore agli altri, ma fondamentale anche per stabilire una scala di valori personali in base a cui potrà fare scelte coscienti in grado di soddisfare pienamente il senso di sé.
Chi ha fallito il raggiungimento degli obiettivi di questa fase infantile avrà un attaccamento insoddisfacente che lo porterà a continui bisogni di possedere cose o affetti che possano compensare l’insicurezza e lo scarso senso di valore personale. Sul piano relazionale svilupperà una dipendenza da sicurezza che andrà cercata negli altri, e questo a causa di un’autostima insufficiente che alimenta la sensazione di non possedere nulla e di non avere risorse se gli altri non le confermano.
In ultimo, per riassumere, la casa seconda dà il via all’organizzazione del senso di sé che può nascere dall’essere contenuto, amato ed aver goduto di un periodo di dipendenza e di attaccamento necessario a creare un senso di sicurezza interno basato sulle proprie risorse e sull’idea di possedere un valore personale (dal senso di valore e dalla possibilità di avere beni personali ha origine il simbolismo che collega la 2a al denaro e alle proprietà; tuttavia, la prima proprietà del bambino è il suo corpo, dal quale origina il primitivo senso di sé – definito qui corpore – accompagnato dalle ricchezze rappresentate dalle risorse interne).
In casa 8a, periodo che va dai 6 mesi fino all’anno circa, inizia un secondo livello di consapevolezza atto a sviluppare intimità e senso del limite e del potere personale.
La sensazione di avere un corpo – cosa verificabile dalla possibilità di esplorarlo quando si desidera – inserisce direttamente il bambino nella consapevolezza che esista un “altro” con il quale prova piacere ad entrare in intimità. In questo stadio, il bambino e l’adulto si innamorano l’uno dell’altro – è la fase in cui lui re-agisce a tutto ciò che gli accade attorno – tuttavia, senza un adulto che resti estasiato di fronte a lui e gli rifletta un’immagine di sé, tutto questo non può svilupparsi. È da questa prima “comunione” che sboccerà la capacità di empatizzare e di entrare in contatto intimo con un altro, diverso da sé; ed è in questo periodo che può sperimentare livelli di vicinanza differenti tra le varie persone e quindi imparare a percepire che vi sono modalità diverse di intimità e di relazione. Tuttavia non è ancora in grado di distinguere pienamente tra sé stesso e gli altri. Le emozioni, in particolare felicità e rabbia, acquistano gradi diversi di intensità.
In questo periodo il bambino comincia ad organizzare e a dare un senso alle proprie emozioni e tutto questo in base a come la madre reagisce ai suoi stati emozionali che stanno diventando molto più variegati e sfaccettati. Qui inizia a condividere qualcosa a livello emotivo; se in questa fase viene sperimentata troppa frustrazione e rifiuto, poi si difenderà dalle emozioni, cercando di bloccarle o di controllarle. L’ingresso in casa ottava deve passare per un profondo “scambio”; infatti c’è l’esaltazione di Mercurio che sta ad indicare che qui il Sé del bambino comincia ad intravedersi attraverso lo scambio e la relazione con l’altro. In questa relazione intima comincia ad essere consapevole della condivisione del piacere e della gioia, ma anche della perdita e della disperazione, soprattutto quando l’adulto non ricambia i suoi approcci. C’è un’altra cosa importantissima che il bambino acquisisce in questa fase: la possibilità di esprimere la propria volontà e cominciare a manifestare le proprie intenzioni (Marte). Il bambino comincia a far capire ciò che vuole, protende le mani quando vuole essere preso in braccia, si arrabbia e strepita quando gli si vuol far fare ciò che non gli va; nota però con estrema attenzione anche tutte le reazioni degli altri. Con il moltiplicarsi delle interazioni finalizzate comincia a mettere insieme alcuni frammenti del proprio Sé (Plutone) che sta nascendo e tutto questo accade ben prima che impari ad usare i simboli e il linguaggio. È la seconda nascita del bambino, quella definita “psicologica” che avviene all’incirca 6-7 mesi dopo quella fisica (è interessante a questo proposito la domiciliazione del Sole in trasparenza, indicatore di una nascita di identità ed individualità – nel segno dello Scorpione, cosignificante della casa ottava).
Lo scambio interattivo conduce velocemente ad un’altra abilità psicologica, quella di definire il confine che lo separa dagli altri e di rendersi conto che occupa soltanto una parte del mondo, e tutto il resto è pieno di “altro”… diverso da sé. Comincia a capire che le sue azioni possono suscitare reazioni molto diverse negli altri e che, oltre alle sensazioni, emozioni e desideri personali esiste una realtà ben distinta da lui che non sempre è soggetta al suo volere. Tutto ciò che è stato appreso in questi primi mesi servirà da fondamento per i successivi rapporti umani e per le basi dell’identità personale e, nel corso della vita, affronteremo le relazioni filtrandole attraverso gli stessi segnali, semplici ma sottili, che hanno definito e che abbiamo sviluppato nelle nostre prime interazioni. Una madre rifiutante o con difficoltà di comunicazione empatica con il suo bambino creerà un effetto di indifferenza che lo priverà della possibilità di stabilire validi confini per il suo Sé nascente, incanalandolo verso una paura dell’intimità che cercherà di compensare con modalità particolari. Inoltre, se si è stati privati di risposte adeguate si può perdere interesse nello scambio rimanendo disorganizzati poiché incapaci di interpretare le emozioni e il linguaggio non verbale.
In questi mesi cruciali, le interazioni volontarie portano alla formazione di un Sé intenzionale e al senso di “separazione” che permetterà al bambino di percepirsi come entità distinta e separata. Anche se non possiede ancora un sé intero e organizzato è già perfettamente in grado di distinguersi dal resto del mondo. Ha desideri e intenzioni e inizia a volere e a fare: comincia a manifestarsi un rudimentale Io che vuole precisare i propri limiti; il Sè e il diverso-da-sè si separano (trasparenza di Sole e Saturno). Nasce l’individualità.
Questo senso di Sè, che comincerà a definirsi attraverso un Io, non esiste ancora in astratto ed ha ancora bisogno degli altri, tuttavia il sistema nervoso comincia ad essere abbastanza maturo da permettere al bambino di mostrare emozioni e di percepire con chiarezza quelle altrui, dando inizio a reali scambi, ora volontari. Guardando le iniziative e le risposte dell’altro, il bambino inizia a sperimentare iniziative e risposte dentro di sé. È attentissimo alle proprie azioni e alle reazioni altrui.
Verso i 7-8 mesi comincia a sviluppare un “Sé interattivo” che si fonda sulla capacità fisica di interagire. Se vive in un ambiente che risponde ai suoi approcci, ciò lo incoraggerà a fare uso di questo nuovo potere, rappresentato dalla scoperta delle possibilità motorie.
Ragion per cui i primi confini psicologici fra il bambino e il mondo, la prima demarcazione di un sé indipendente si colloca tra le azioni impulsive del bambino e le reazioni dell’adulto. Il bambino è in grado ora di collegare sensazioni, emozioni e azioni intenzionali e potrà passare facilmente allo stadio della comunicazione presimbolica che lo aiuterà – attraverso il linguaggio – ad orientarsi nel mondo sociale.
In casa 8a esplora territori per lui ignoti che lo conducono all’obiettivo emozionale più importante della vita e questo avviene ben prima che impari a parlare. Se, però, ogni volta che si avvicina alla madre questa si innervosisce o si chiude in sé stessa perché non sa affrontare le emozioni del suo bambino, lui non troverà nessuna gratificazione o stimolazione nella condizione di intimità, anzi assocerà l’intimità alla paura e alla frustrazione. Crescendo potrà reagire con rabbia o aggressività tutte le volte che avvertirà tristezza, rifiuto e perdita, poiché le assocerà alla vulnerabilità di quel periodo e al senso di impotenza provato in quella situazione; potrebbe però anche reagire ignorando totalmente ciò che gli sta attorno e questo per difendersi dal senso di tristezza e di abbandono: applicherà in ciascuno dei due modi una lezione imparata nella fase di casa 8a.
Le prime tracce di vita di relazione familiare daranno l’imprinting alle modalità di reagire a tutti i rapporti intimi futuri: più ci sono state paure e repressioni, più ci sarà spazio per problemi nelle relazioni adulte. Per alcuni infatti, l’intimità porta sempre alla fuga, alla paura, all’ansia, alla separazione o al controllo attraverso il distacco.
Per tutta la vita questo periodo aiuterà a decifrare l’universo sociale, aiutandoci a formarci quelle impressioni tacite che ci danno la prima (e spesso la più giusta) valutazione dei sentimenti e delle intenzioni altrui, grazie a cui possiamo andare ben al di là dei contenuti delle parole, ma scopriamo il significato emotivo di ogni incontro. La capacità di capire scambi, di accogliere indizi affettivi molto prima che questi vengano verbalizzati e di percepirne il significato, diventerà nel tempo una specie di organo di “supersenso” che, avvalendosi di tutti gli stimoli che ci sono arrivati dagli altri, ci permette di compiere valutazioni istantanee e di apportare quegli aggiustamenti inconsci alle nostre reazioni; tutto questo bagaglio – acquisito sull’asse 2a/8a – permetterà al bambino di affrontare la fase di casa 3a, in cui si avventurerà nella giungla delle relazioni sociali e degli scambi intellettivi.
Sull’asse 2a-8a il bambino sviluppa la capacità fondamentale che gli permetterà di assorbire valori, norme e atteggiamenti della cultura a cui appartiene, molto prima che lui sappia leggere il linguaggio simbolico. Servendosi poi del proprio “supersenso” osserverà chi gli sta attorno e imparerà a leggere tutte le reazioni emotive, decifrandone significati anche non palesi.
Il comportamento degli adulti permette al bambino di comprendere accettazione, rifiuto, approvazione, disapprovazione, collera, felicità, bene e male, molto prima che il linguaggio possa definire queste emozioni.
Infine, imparerà quanto si può stare bene o male all’interno di una relazione intima, capirà cosa significa essere in una situazione di impotenza e comincerà a sperimentare il potere della sua volontà e della sua forza.
In casa ottava i sentimenti e le emozioni si collegano alle intenzioni e ai pensieri. Le emozioni però, in questa fase, si radicano a livello somatico e si ancorano biochimicamente alla muscolatura, al di là del controllo del sé cosciente poiché siamo ancora in una fase preverbale. È per questo che il linguaggio delle emozioni viene programmato a questo stadio per simpatia e rispecchiamento.
I compiti di questa fase evolutiva servono a creare una interazione sensibile tra il mondo esterno ed il mondo interno e costruiscono un ponte tra le proprie emozioni e quelle degli altri: creano un collegamento di supporto tanto per la vicinanza che per la separazione, instaurano una sensazione di piacere e di legame con il corpo e, attraverso la stimolazione dei sensi, permettono il risvegliarsi della coscienza egoica.
Se qualcosa è andato storto in questa fase, è come se venisse tagliato il cordone tra corpo e mente, tra mondo esterno e mondo interno, tra Io e altri, e, infine, tra Materia e Spirito. Se il bambino non riesce in questa fase, non saprà porre solidi confini tra sé e gli altri ed avrà sempre problemi con l’intimità, poiché oscillerà pericolosamente tra l’idea che essere in relazione intima con qualcuno significhi abbandonare e cedere la propria identità, vivendo con terrore l’idea dell’inglobamento, oppure sarà ossessionato dall’idea di dover mantenere il controllo su di sé e sugli altri per non perdersi e per evitare di concedersi. In entrambi i casi, le relazioni saranno sempre un dramma ed in effetti chi ha l’asse 2a/8a segnalato gioca spesso tematiche di paura di abbandono e di fuga ed entra in relazioni del tipo “paradossale”, in cui, per assurdo, stare con l’altro significa non poter avere un’identità, e stare separato dall’altro significa non avere nessuno che rifletta la propria identità. In ogni caso vi sarà sempre frustrazione e ansia.
Questo è un piccolissimo sunto di una lezione di Lidia Fassio tratta dal suo seminario: “Le case Astrologiche” – Asse 2a – 8a