L’Ariete nella vita deve affrontare mille peripezie, perché tende a non far tesoro delle sue esperienze e a dover ripetere tante volte gli stessi errori; il suo potente impulso è staccato sia dal mondo del pensiero che da quello del sentimento e, per realizzarsi, deve imparare a riconoscerli entrambi, altrimenti brucia tutto ciò che tocca in un attimo, restando con in mano solo le ceneri.
Il suo viaggio consiste nel mettere ordine nei suoi impulsi, nel ritrovare la sua parte femminile e la sua anima e, infine, nel trovare scopo e direzione.
Durante il viaggio si scontra sempre con un potente, un tiranno, colui che detiene l’autorità. L’Ariete si batte sempre con l’autorità esterna perché il suo compito consiste nel trovare disciplina interna; fino a quel momento proietta all’esterno la sensazione del NEMICO che, gli serve sia ad attivare la sua energia, sia a stimolarlo ad agire fino a quando non trova dentro di sé un vero SCOPO per cui lottare.
Ha bisogno di una conquista difficile che lo faccia sentire vivo, attivo e forte: in caso contrario si sente bloccato, imprigionato. La difficoltà lo stimola a trovare gradualmente una strategia e, in questo modo, imparerà ad usare in modo appropriato la sua aggressività.
L’Ariete troverà coraggio, lealtà, determinazione e forza solo in vista di un nemico da sconfiggere che è sempre interno, anche se viene proiettato e quindi, materializzato attraverso figure esterne.
Deve sviluppare un senso di FORZA, una capacità di dirigere la propria vita con autorevolezza e determinazione. E’ dotato di capacità di combattere e di incoscienza. E’ un ambizioso che vuole essere un capo, ma, per esserlo, deve:
- trasformare l’ aggressività inutile in forza canalizzata; deve trovare COSTANZA, OBIETTIVI , SCOPI, e PAZIENZA, altrimenti tutto si ferma a mezze iniziative senza costrutto;
- deve integrare il suo femminile (presente nel forte istinto e nell’intuizione) che usa inconsciamente ma che poi non riconosce e non integra .
Deve trovare una stabilità al centro che gli consenta di impegnarsi in qualcosa in cui crede.
Deve trasformare l’insicurezza che lo rende sospettoso ed aggressivo in capacità di guadagnarsi un senso di autostima interno che gli derivi dalla capacità di portare a termine le cose che scaturiscono dalla propria volontà.
Deve trovare un forte senso di identità che sconfigga il bisogno di affermarsi sempre e comunque. L’azione deve essere direzionata. Deve trovare UNA CAUSA, e questo lo porterà ad essere meno autocentrato, capace quindi di generosità vera rivolta anche agli altri. E’ un Campione, un capo e pertanto, deve essere lui a guidare e non essere sottomesso all’impulso e all’istinto. L’Ariete anatomicamente rappresenta la testa – ovvio riferimento da un punto di vista psicologico – del fatto che è chiamato a dirigere l’intero corpo dando intento e direzione.
Il Mito dell’Ariete è quello di Ercole molto ben rappresentato nelle sue 12 fatiche, in cui, il nostro eroe inizia con una totale imperizia, dotato solo di aggressività e di impulso ma, lentamente e gradualmente va verso l’acquisizione di qualità come il coraggio, la strategia, la lotta per un’ideale che lo porta alla realizzazione totale della sua impresa.
a cura di Lidia Fassio