Capricorno, Acquario e Pesci sono segni attribuiti all’ultimo quadrante del tema natale, nel quale l’io deve fare qualcosa per il noi, deve immettersi in un progetto più grande, che inizia già ad essere intuito dal Sagittario, dove Giove fa da ponte di apertura per quello che verrà dopo, che ci sarà al di là della coscienza, come se ricevesse delle intuizioni dall’inconscio. Giove, come interprete dei simboli, suggerisce all’Io che c’è qualcosa che va al di là di come lui si riconosce. Per cui, già dal Sagittario, comincia l’apertura su un mondo transpersonale e Capricorno, Acquario e Pesci rappresenteranno la possibilità di realizzare la totale unità. Il quarto quadrante è anche quello in cui noi dobbiamo simbolicamente restituire qualcosa al collettivo: come ci siamo staccati dall’unità e dal collettivo per sviluppare la nostra individualità, arriva il momento della restituzione. In pratica, prima di arrivare al ricontattamento del sè, dobbiamo passare attraverso una totale capacità dell’Io di percepire la sua forza e la sua struttura, in modo che si prepari ad affrontare quello che verrà successivamente.

Tutto ciò che si lega al Capricorno ha a che fare con il simbolo dell’autonomia e dell’indipendenza.

Questo segno ha come scopo di trovare l’indipendenza e l’autosufficienza dell’Io sul livello materiale, psicologico ed emotivo. Non ci può essere, infatti, possibilità di arrivare alla libertà e al ricongiungimento con qualcosa di superiore se siamo ancora dipendenti o legati a dinamiche infantili, se non abbiamo una struttura che sia in grado di garantirci un senso di responsabilità ed essere in grado di scegliere e di essere responsabili per le nostre scelte.

Il Capricorno ha come domicilio quello di Saturno ed Urano e l’esaltazione di Marte. Questi pianeti ci parlano di una capacità di struttura, di forza, di dirigere le energie (Saturno dirige le energie di Marte per un progetto, che deve essere un obiettivo cosciente). Infatti il Capricorno nella funzione saturniana riesce a far in modo che Marte non disperda le sue energie e le sue forze e diventi particolarmente efficace.

Anche l’efficienza e la competenza sono tra i simboli principali del Capricorno. E’ il terzo segno di terra, ed i segni di terra sono legati alla nostra struttura ed alle nostre risorse. Abbiamo visto che nel segno del Toro dovevamo scoprire quelle che erano le nostre risorse personali, i nostri valori, per cominciare ad organizzare il senso di sicurezza interno. Nella Vergine vediamo la capacità di mettere al servizio le nostre risorse per la società, per poter cercare di capire le nostre reali capacità. La Vergine le raffina e le rende maggiormente utilizzabili per uno scopo e comincia a vedere dove stanno i propri limiti ed i propri difetti e questi vengono perfezionati. Quando arriviamo alla fase Capricorno, l’Io dev’essere assolutamente capace e competente. Saturno non ammette che ci sia un’incapacità, non ammette che esista una struttura che non riesce a stare in piedi con le proprie forze e sulla propria schiena, non ammette che non siamo autonomi e capaci di camminare sui nostri piedi. Per fare questo, il segno ha in dotazione una serie di “attrezzi”, qualità che servono allo scopo. Per iniziare, c’è una grande capacità di distacco, di rinuncia (è strutturato su una psiche che fa a meno di quello che non può avere: ha una grande capacità di procrastinare le cose, di pensare che non è possibile avere tutto, almeno nell’immediato). Altre sue qualità sono la tenacia, la costanza, la capacità di mettersi come fine un progetto a lungo termine e di mantenere l’attenzione e la direzione fino a quando non è conquistato. Per fare questo si serve di una struttura forte e distaccata, della capacità di utilizzare le proprie risorse al minimo, di non sprecare. E’ legato all’essenzialità delle cose, al principio di utilizzare solo quello che è necessario, alla capacità di voltare le spalle a tutto quanto gli farebbe magari molto comodo, ma che lo potrebbe far diventare dipendente. La struttura capricorniana, per arrivare a coltivare la sua individualità, si occupa essenzialmente di non mettere in piedi delle cose che non sia poi in grado di mantenere da solo.

Il glifo del Capricorno ha due versioni: uno rappresenta lo stambecco con gli zoccoli che vive sulle rocce, l’altro è la capra con la coda di pesce. La difficoltà evidente è che gli zoccoli non sono lo strumento più utile per camminare sulle rocce, per cui, sia la capra che lo stambecco, quando si trovano sulle rocce (che sono piantate su precipizi) hanno bisogno di sapere esattamente dove mettono i piedi. Da ciò si percepisce la capacità di valutazione del Capricorno, di muoversi solamente dopo aver valutato tutti i rischi e aver capito come fare per superare un eventuale problema. Nel caso ciò non sia possibile, o non prevedibile, è capace di rinunciare al suo progetto: piuttosto che muoversi non sicuro del risultato preferisce rinunciare in partenza.. A differenza di altri segni che utilizzerebbero l’improvvisazione, la capacità di vedere sul momento, il Capricorno vuole sapere in anticipo. In ogni caso la sua mente, che è molto spostata nel pensiero ipotetico, riesce a valutare se sia il caso di proseguire o rinunciare. Questo è il significato degli zoccoli: camminare sulle rocce è difficile, per cui non può fare passi falsi.

Il Capricorno è abituato alla rinuncia: la posizione stessa del segno opposta al Cancro e alla Luna, quindi a tutto ciò che è protettivo e nutriente, ci fa capire che spesso ha dovuto rinunciare anche a quel minimo di gratificazione e di protezione che lo avrebbe aiutato molto quando era piccolo. E’ come se il Capricorno avesse dovuto far leva, per qualche motivo e sempre, sulla propria autosufficienza e indipendenza, fin da quando era piccolo. Solitamente, percepisce in maniera molto potente questa tematica; ha visto che era premiato quando era autosufficiente e quando non aveva chiesto, mentre quando tentava di trovare un sostegno, risultava appoggiato sul nulla, oppure riceveva delle disconferme. Gli è stata, perciò, sempre fornita l’idea che doveva essere autosufficiente che difficilmente poteva appoggiarsi a qualcuno. Ciò fa pensare allo scopo di questo segno: l’Io non può appoggiarsi ad altre funzioni perchè è lui che ha il compito di poter portare tutte le altre funzioni a lavorare con uno scopo. Infatti, il Capricorno spesso si serve di questa sua natura forte per rinunciare in qualche modo all’emotività ed all’affettività, costringendosi ad operare quei passi di taglio del cordone ombelicale, soprattutto in quelle condizioni che sente che lo ingabbierebbero e gli toglierebbero la sua autonomia e la sua indipendenza. Quindi è vero che visto dall’esterno il segno può sembrare molto rigido e molto duro, ma questa sua durezza è legata strettamente al suo percorso. Tra l’altro, il segno ha un rapporto problematico con l’energia maschile: per qualche motivo la possibilità di poter essere autonomo nasce proprio dalla difficoltà di aver potuto dipendere, di essere stato contenuto, e quindi prima ha rinunciato e successivamente è come se si fosse vaccinato.

La problematica col padre è legata ad un altro concetto chiave del Capricorno che è quello della Legge; proprio perchè è un segno legato a Saturno, esso rappresenta anche la legge interna. Deve imparare a costruirsi la propria legge interna; il vecchio re dovrà lasciare spazio al nuovo re, che deve portare la nuova legge. Quest’ultima indica che ogni generazione deve portare qualcosa di nuovo e dare struttura, perchè altrimenti è come se la sua fosse una generazione perduta, che non riesce a portare avanti la porzione di sviluppo e di evoluzione che ognuno deve dare al collettivo. In questo senso, il Capricorno ha quasi sempre uno scontro: spesso l’energia maschile si manifesta in forma negativa, o sottoforma di tiranno, che fatica a lasciar sviluppare il figlio, o sottoforma di padre assente o incapace di esplicare la sua funzione. In ognuna di queste situazioni il segno si troverà a dover costruire la propria energia maschile e a doversi dare una struttura che nella prima parte della vita non c’è. Quindi, il problema del Capricorno è che quasi sempre, nella prima parte della vita, si è super-adattato, ha obbedito a delle regole esterne, si è forgiato un super-Io rigido, ma non forte e nella seconda parte della vita dovrà smontare questa sua corazza, che lo fa sembrare forte quando non lo è, mentre è solamente molto difeso. La reale possibilità per un Capricorno di poter crescere, nascerà proprio quando si accorgerà che questa difesa e questa corazza non solo non serve, ma lo imbriglia; che la faccia collettiva del suo segno non lo gratifica e non lo rende realizzato. Da quel momento in poi comincerà a costruire la sua faccia individuale, a lavorare su di sè, a lavorare sulla sua legge: risponderà alla propria e non a quella esterna e si avvierà pian piano sulla strada dell’autorealizzazione.

Il compito di questo segno è proprio quello di trovare una sua individualità e di rafforzarla, e questo passa anche attraverso un atto non sempre facilissimo, che è quello del tradimento. La percezione del tradimento è fortissima per il Capricorno, che spesso sente che per diventare autonomo non potrà portare avanti la legge del padre e della famiglia, alla quale dovrà voltare le spalle. Se non riuscirà a tradire tutto quello che gli è stato dato ed i valori che gli sono stati forniti, inevitabilmente tradirà la sua individualità e se stesso. La psicologia legata a questo segno, nella prima parte della vita, è un po’ quella del capro espiatorio, di essere la persona che sembra non aver avuto la parte migliore, l’immagine di colui che deve sacrificarsi e sacrificare delle cose personali per arrivare a costruire se stesso. In realtà, il sacrificio che il Capricorno fa, quasi sempre, nella prima parte della vita, è legato alla sua individualità e lo struttura, lo porta a crearsi quella condizione di struttura interna che gli servirà per raggiungere il suo scopo.

I concetti importanti nella persona Capricorno sono proprio l’autorità, la disciplina, la costanza, il metodo, concetti che abbiamo già visto lavorare nel segno della Vergine, e che qui devono creare la struttura portante, perchè la persona deve dirigere se stessa, deve portare avanti il proprio destino senza potersi appoggiare a niente di esterno. Nel Capricorno è presente il mito classico della croce, individuabile nel glifo stesso di Saturno, che rappresenta la materia che imprigiona lo spirito, qualcosa a cui bisogna rinunciare della nostra parte materiale, per poter accedere alla parte spirituale. Il compito del Capricorno è quello di liberarsi di qualsiasi struttura imprigionante perchè spesso la prigione sono i nostri bisogni: questo segno è il primo che si eleva al di sopra dei bisogni e attraverso questo trova la forza per poter liberare la sua natura interiore.

Il mito legato al segno del Capricorno è quello di Saturno, un personaggio che ha un cammino strano: nel mito greco Saturno compie tre fasi importanti nella sua vita, che sono quelle che deve fare anche un Capricorno. Nella prima parte è un dio tiranno che è terrorizzato dalle potenzialità dei suo figli e li ingoia per mantenere il suo potere (per ingoiamento possiamo intendere l’impossibilità per i figli di potersi muovere e di poter esprimere le proprie potenzialità). Lui è un oligarca, che incarna la paura del Capricorno e la lotta con il padre, che sa che il figlio porterà la sua legge. La madre cerca un accordo con Giove per risolvere il problema dei figli, si accompagna con la nonna, quindi troviamo Era e Gea, che chiedono aiuto a Meti e insieme elaborano un progetto per salvare i figli. Zeus, che è stato sostituito dalla madre all’ultimo momento ed è per questo che si è salvato, opererà contro il padre per salvare i fratelli. Un altro tema estremamente importante che questo mito evidenzia è che il Capricorno, che viene spesso soffocato dal padre o non premiato, si trova in una situazione difficile anche con la madre, che gli chiede di rinunciare al padre e di combatterlo per lei. Questa situazione chiarisce la posizione di questo segno, che non potrà sostanzialmente appoggiarsi a nessuno dei due, ed indica il principio archetipico di autonomia, di indipendenza e di essersi costruito da sè. Alla fine Saturno verrà affrontato da Zeus ed inviato nel Tartaro.

La seconda parte del mito di Saturno è rappresentata dal viaggio nel Tartaro, viaggio negli inferi, un percorso di espiazione nel quale il Capricorno deve lavorare sulla sua fragilità, perchè la paura che lo portava a soffocare gli altri, ad essere un oligarca estremamente controllante e rigido, ricopriva una vulnerabilità. Questo è un viaggio nel quale deve riflettere e valutare, guardare dove sono le sue fragilità: se le affronterà e sarà in grado di risolverle, diventerà una persona sicura e come tale non aver più bisogno di ricorrere ai vecchi mezzi per ottenere un falso potere.

La terza parte del mito di Saturno rappresenta il dio che è uscito dal Tartaro e si trova ad essere re di un grande regno, quello della cornucopia, dove c’è una grande opulenza e che lui governa con grande giustizia e distacco. E’ la risoluzione del tema del Capricorno, che deve riconoscere la sua fragilità e deve strutturarsi con naturalezza, senza aver bisogno di creare un’iper-difesa e di combattere la debolezza all’esterno, perchè non si è potuta riconoscere all’interno e perchè nessuno l’ha riconosciuta in sè.

Affrontare l’ombra personale, per il Capricorno, significa smantellare la struttura tirannica e giudicante sulla quale si è forgiata l’identità, affrontare la paura, rendere questa struttura duttile in modo da potersi valorizzare, da poter dare senso alla propria vita, facendo delle scelte ed essendo responsabile di queste. Questa ferita originaria del segno, che quasi sempre è arrivata attraverso il padre, un padre che sicuramente non ha premiato e non ha aiutato il figlio a crescere, dovrà essere e sarà risanata proprio nel momento in cui si riaprirà, verrà cauterizzata e si permetterà a questo dolore di riemergere e quindi di poter anche percepire e mostrare la propria parte sensibile, senza dover per questo considerarla fragile.

a cura di Lidia Fassio