In questo aspetto Venere acquisisce da Marte l’impulsività, la forza, la capacità di separazione e di lottare per il proprio destino, nonché il bisogno di affermazione che passa attraverso la relazione e l’amore .

Marte cerca di entrare nella vita di una persona attraverso questo archetipo e l’amore si trasforma come per incanto in passione e in voglia di possedere; così la parte impulsiva può prendere il sopravvento e il bisogno di conquista può superare quello di comprendere e accettare l’altro. Qui l’amore è puro, istintivo ed anche un po’ grezzo, senza troppe mediazioni, però fatica a portare avanti a lungo le cose, perché la dimensione della velocità e della transitorietà, unita all’irruenza, sono armi molto forti che giungono ad irretire anche Venere.

L’amore viene inteso come qualcosa che brucia tantissime energie, tuttavia c’è anche bisogno di grandi rassicurazioni: è un amore spesso insicuro, basta nulla per rimetterlo in discussione e per creare vuoto e panico, nonché rabbia. Vuole o tutto o niente e ciò lo rende travolgente o estremamente distruttivo; serve per esprimere la forza dell’Io, anche se in realtà è alla ricerca di una direzione, una meta ed uno scopo che serva a dare significato alla vita.

È un amore avventuroso, che si nutre di slanci, di straordinarietà; nulla lo distrugge quanto la ripetitività e la routine, la mediocrità e la noia. Per questo ha bisogno ciclicamente di grandi crisi in cui i binomi “amore e guerra” – “rabbia e sesso” mantengano alta la tonalità energetica. C’è il timore di perdersi nell’altro, la paura che, lasciandosi troppo andare, si rischi di perdere l’autonomia;

però, nello stesso tempo, c’è anche forte bisogno di emozioni, e delle sfide che nascono dalla relazione. Visto dall’esterno questo amore ha qualcosa di magnetico e a volte di minaccioso, accompagnato da grandi colpi di testa e da tempeste emotive travolgenti.

Lo scopo è quello di traghettare l’Io al di fuori dalla simbiosi, ingaggiando una lotta ed un cammino verso un maggior senso di individualità e di separazione. L’amore impedirà quindi qualunque fusione, anche se ce n’è è ancora il desiderio, quasi il rimpianto:

tuttavia Marte non lo permetterà e taglierà con la sua spada qualsiasi stato di negazione di sé e della propria identità.

Con Venere-Marte occorre imparare ad amare differenziandosi e separandosi dall’altro, e vivendo appieno la tensione e il desiderio che ci spinge all’unione. È un sottile gioco di avvicinamento-allontanamento che culminerà in una sorta di equilibrio tra i due opposti.

C’è sempre una grande dose di orgoglio che si sposa con l’irrazionalità e l’impulsività, come in Didone che, quando viene lasciata da Enea perché è chiamato a compiere il proprio destino portando avanti l’impegno a suo tempo assunto, si uccide dopo aver gettato su di lui una maledizione. La dicotomia è amore-guerra: ci sono emozioni potenti che possono determinare gesti bruschi ed eccessivi, che tendono per lo più a mettere fine a tempeste emotive e di rabbia che non possono essere gestite e che servono a concludere la fase di simbiosi. Tutto è estremo e, infatti, il cedimento alla passione diventa la cosa più importante per questa modalità di amore, a cui però farà subito seguito il bisogno di uscire dalla condizione di unione e tranquillità, creando nuova distanza.

Afrodite ed Ares cedono di tanto in tanto alla loro passione e infatti vengono catturati con uno stratagemma dal marito di lei:

questo indica che, quando si ama con Venere-Marte, il rischio e la sfida al mondo sono parte del modo di rapportarsi. La sottomissione alla passione è intensa, seppur temporanea; ma quando c’è impedisce quasi di vivere altre cose, proprio perché è esclusiva e totale.

Marte ha il sopravvento sulla parte etica e rigorosa di Venere ed anche sulla scelta razionale, la trascina nella sfera puramente istintiva che comporta spesso il passaggio veloce dall’amore alla rabbia, che può anche diventare aggressività e brutalità nonché distruzione. La stessa rabbia può essere scagliata contro chi cercasse di “invadere il territorio amoroso”. Vorrei però sottolineare la differenza fra questa rabbia e quella di Plutone che ad esempio vedremo nell’archetipo di Medea: qui infatti c’è l’impeto della rabbia del momento, incontenibile, in cui si fa largo l’idea che è meglio morire piuttosto che vivere la vita senza l’altro, ci sono solo l’esclusività e l’accecamento del Fuoco ma non c’è alcuna strategia o vendetta come nella scorpionica Medea. Tutto qui brucia e deve essere consumato; tutto è veloce, sia nel crescere che nel terminare.

Questo amore equivale al bisogno di affermare la propria individualità, di provarla e confrontarla con o contro l’altro.

Questo amore ama combattere. L’aspetto della sfida deve essere presente in ogni rapporto: un rapporto semplice e lineare non può interessare chi possiede questo aspetto, perché la personalità si delinea e si definisce nella lotta, riappacificazione, nuova lotta, nuova riappacificazione così che il turbine energetico possa perpetrarsi.

La negatività di questo archetipo è l’impulsività e l’impazienza unite all’irrazionalità, nonché la tendenza a vivere l’aggressività proprio nella dimensione amorosa. Il lato di imprevedibilità può rendere paradossale qualsiasi reazione: grande, eccessiva suscettibilità e troppo orgoglio, che facilmente ferisce.

a cura di Lidia Fassio