Dopo la fase di onnipotenza leonina, in Vergine il soggetto deve riconoscere i propri limiti, scoprire le sue potenzialità in modo realistico; la Vergine ha un senso di inadeguatezza che deve risolvere confrontandosi con il mondo, sfruttando le sue risorse, acquisendo competenza proprio attraverso il paragonarsi agli altri, evitando la tendenza al perfezionismo che tende a fare in modo di non essere mai soddisfatti delle cose e finisce per essere un’azione sabotante.
C’è una discriminazione troppo forte che rischia di bloccare le cose e l’eccesso nell’analisi rischia di rendere le cose impossibili e di mancare di visione prospettica. Spesso la Vergine per le sue paure non si espone e non ci prova.
Nella Vergine troviamo troppa fiducia nella MENTE, difficoltà nell’intuizione e con le emozioni.
Deve arrivare all’integrazione CORPO/MENTE. Deve evitare la commiserazione ed il negativismo. Tende ad avere eccessiva paura della spontaneità e delle forze naturali della vita: questo rende asettici e sterili.
La critica deve diventare costruttiva e non tendente ad impedire la realizzazione.
La Vergine deve imparare ad integrare la compassione, in caso contrario rischia di fare le cose per gli altri solo per lavoro e per dovere, mancando di calore. In lei troviamo il bisogno di conoscere gli ideali personali e non quelli collettivi. Il potere dell’accettazione può evitare di sentirsi inadeguati.
Manca di visione globale, di affidamento, di compassione e di empatia (Pesci).
Manca di pensiero astratto e di senso del futuro (Sagittario).
Manca di leggerezza e di spirito avventuroso (Gemelli).
La Vergine riassume le prime sei case dello Zodiaco e deve integrare tutte le fratture e le divisioni.
Aspira allo stato di Verginità, però è intollerante, discriminante, permalosa e critica.
Possiede integrità interiore.
Il segno della Vergine è parecchio complesso da un punto di vista simbolico poiché, essendo l’ultimo dei sei segni sotto l’orizzonte, ha il compito di integrare e riassumere i significati e le esperienze di tutta questa prima porzione di Zodiaco. Il suo ruolo è quello di porre le basi di una personalità che possa cominciare ad interagire con il resto del mondo e che abbia la struttura per raggiungere una vera individualità.
Questo compito – peraltro molto difficile – rende la Vergine particolarmente cauta, attenta e stressata, poiché teme sempre che nel fare l’analisi di ciò che conosce possa sfuggirle qualcosa o che possa perdere di vista qualche particolare che potrebbe poi risultarle utile o fatale.
Questo tipo di psicologia fa sì che la Vergine non riesca di fatto mai a mostrarsi rilassata, e questa tensione è in parte dovuta al controllo spietato che opera sulla sua mente, sui suoi impulsi e sul suo corpo ed in parte al mito e all’aspirazione alla perfezione (stato di verginità) ed alla contemporanea consapevolezza di essere incapsulata in un corpo che la rende umana e quindi imperfetta e fallibile.
La Vergine ha grandi capacità: è acuta, intelligente e profonda, ma rischia di sconfinare facilmente nella criticità, nell’intolleranza e nella permalosità pedante.
Uno dei problemi esasperati del segno è il perfezionismo che, ai livelli più alti, diventa un difetto più che un pregio. Il bisogno di essere perfetti nasconde infatti una delle ansie del segno: la paura di non essere accettata e di non riuscire a fare buona impressione sugli altri. Questa paura è legata all’insicurezza ed ad un carente senso di autostima, che costringe ad uno stress pesante e logorante al fine di riuscire a compensare attraverso l’efficienza e l’inattaccabilità.
Ricerche recenti a livello di psicologia sociale hanno stabilito che i perfezionisti, a conti fatti, creano molti più problemi di coloro che svolgono il loro lavoro con una certa approssimazione poiché, nel tentativo di gratificare la loro insicurezza e di dimostrare le loro qualità, perdono spesso di vista l’obiettivo finale, col rischio di diventare dispersivi anziché perfetti come vorrebbero essere.
La Vergine possiede tante qualità, ma per poterle esprimere deve imparare a rilassarsi e a mantenere un contatto con la globalità delle cose.
Altro punto fatidico è quello del continuo paragonarsi agli altri, alla ricerca di punti di convergenza. E’ un segno che sente prepotentemente il dilemma tra l’uniformità – che fornisce una sicurezza sociale – e l’individualità –che procura sicurezze personali-. In quest’ottica deve riuscire ad abbandonare le sue rigidità e le sue schiavitù, che la portano troppo spesso a disattendere i suoi valori personali per aderire a quelli collettivi.
Il mito della Vergine è legato al destino delle Dee Vergini, che per la loro natura non si concedevano e il cui corpo non poteva essere visto dai mortali, pena la vendetta: celebre il caso di Tiresia, che fu reso cieco per aver visto Atena nuda, e quello del cacciatore Atteone che, avendo visto Artemide nuda mentre faceva il bagno, fu trasformato in un cervo e dilaniato dai suoi stessi cani.
Nel mito greco la condizione verginale non si riferisce ad una negazione della sessualità ma piuttosto ad una sensazione di integrità psichica, che deve giungere dal difficile equilibrio tra sentire il proprio corpo come fonte sia di fragilità che di pericolosità e come mèta di purezza desiderata ma sempre sofferta.
Altro mito celebre è quello che si riferisce a Cassandra, che pagò il rifiuto di concedersi ad Apollo con il ricevere dal Dio il dono della veggenza, unitamente al destino di non essere mai creduta. Eschilo dice di Cassandra: “è un’anima accesa dal Dio e pagò la colpa di non dargli l’amore che genera figli con travagli fatidici. Simile ad una partoriente, Cassandra patisce il turbine delle visioni ispirate da Apollo come se fossero i dolori del parto: il suo corpo viene scosso dai preludi del vaticinio; il nume si abbatte su di lei e la possiede con un vento impetuoso, ma le parole profetiche che escono dalla sua bocca sono parti sterili che generano solo incredulità e sgomento.”
Questo è un monito per il segno che, se non trova questo senso di integrità interiore, se non impara a concedersi, può diventare arido e sterile come la terra quando non trova acqua che la feconda.
La Vergine vede il suo corpo come qualcosa che sente essere desiderabile e perfetto, ma al tempo stesso lo sente pericoloso, poiché è facilmente contaminabile, fonte di squilibrio e di fragilità, qualcosa da tenere rigorosamente sotto il controllo della ragione e della perfezione.
La Vergine mostra essenzialmente la sua condizione di segno che fa da ponte tra due diversi modi di essere e che, come tale, deve tenere costantemente sotto sorveglianza le due sponde del fiume che rappresentano simbolicamente: corpo/mente – collettività/individualità – verginità/fecondità – caos/ordine – salute/disintegrazione.
La Vergine deve rendersi penetrabile mentalmente e solo allora troverà l’anima e la completezza che le restituirà l’integrità.
a cura di Lidia Fassio