Infila di saggezza le perle lucenti distillate dall’anima tua
Adornala della sua stessa bellezza

Questa volta desidero utilizzare il mio materiale vivente per raccontare nel Laboratorio il metodo in tempo reale. 

In questo periodo la mia attività notturna sta toccando nuovi vertici di produttività, e talvolta non ho neanche il tempo di analizzare tutto, giusto quello di appuntare, a volte anche su fogli volanti che poi allego al mio quadernone, gli effimeri prodotti di una notte di sonno. Noto che ora essi svaniscono assai più velocemente che un tempo, ed è perciò essenziale che io li scriva subito.

Poiché proprio questa notte ho fatto un sogno abbastanza particolare, che stamattina ho scritto velocemente e altrettanto rapidamente interpretato, ho pensato di condurvi con me, mostrandovi così dal vivo “come faccio”. 

E’ un modo per condividere senza teorizzare, per così dire. 
Trascriverò il sogno e la parte di interpretazione che ho fatto. 
Poi, a quel punto sarò veramente in diretta. Non so come andrà; quindi, proviamo a vedere.

Sogno del volo e della sepoltura (del 27 febbraio).

Volo felice e in modo molto facile. Non devo agitare le braccia, semplicemente volo.
Sento il vento addosso e sorvolo una zona di terra e mare.
Il mare è bellissimo, l’acqua è di colore smeraldo chiaro, completamente trasparente, tanto che vedo benissimo il fondo e tutti i disegni che sabbia e rocce formano.
Sulla superficie dell’acqua vedo letteralmente miriadi di pesci guizzanti saltellare, luccicare per un po’ alla luce del sole e rituffarsi.

Io sono abbastanza in alto, ma la luminosità e trasparenza mi permettono di vedere tutto come fossi molto vicino.
Poi fulmineo un pensiero, un accenno di pensiero. Forse condizionato dal fatto che mi sembra di perdere leggermente quota, o forse questa considerazione è a sua volta conseguenza del pensiero stesso, non so.

Penso che forse, se volo troppo vicino all’acqua, quei pesci saltellanti mi potrebbero sfiorare e questo mi fa un po’ paura. 
Non si sa mai, ci potrebbe essere tra loro qualche specie pericolosa al contatto, magari velenosa….

Dopo un po’ mi trovo stretta in una specie di tunnel, o meglio un tubo, a sezione rettangolare, in cui sono distesa. E’ dipinto di blu chiaro, potrebbe essere in materiale metallico o plastico. 
Una parete mi aderisce al viso e al corpo, forse lateralmente sto in posizione un po’ fetale…
Penso di essere sepolta viva. Tra l’altro lungo quel tubo ci sono anche altre persone, sistemate come me. 
Sento una puntura al gomito destro; mi brucia e inizia a farmi molto male, penso con grande chiarezza nel sogno che in un’altra vita devo essere morta (o morto) sepolta viva (o sepolto).
Penso che è orribile, penso a  una miniera, ai poveri esseri che vi lavorano, penso che non capisco cosa mi abbia punto in quel modo al braccio, se un serpente, se un essere che sta infliggendo torture, se altro, ma penso anche che tutto sommato forse è una fortuna il mio dolore al braccio (che sento veramente) perché, se seguo lui, distoglierò il pensiero dalla mia condizione e dal tempo che ci vorrà per morire.
Non sono  in realtà particolarmente terrorizzata, considerando la situazione. Sono consapevole che sto pescando nelle memorie di altre vite, forse povere e misere, vissute in altro tempo e altro luogo.
Che è un passaggio necessario.
Il sogno in questa parte è brutto, anche se non mi angoscia più di tanto.
Comunque, mi sveglio di soprassalto, gelata sotto il piumone e il pigiama pesante, per riaddormentarmi abbastanza rapidamente ma soffrendo per un po’ questo strano  freddo.

Interpretazione 

(Sul quadernone cerchio parole e vi scrivo sopra a inchiostro rosso; quello che scrivo ora è ciò che scrivo per me nella mia autointerpretazione)

Volo.
Ho sognato spesso di volare, soprattutto in passato. Una volta volai così in alto da arrivare a vedere la terra dallo spazio, era bellissimo. Un’altra vidi un luogo magnifico, una montagna verde di fitta vegetazione e una strada che costeggiava il lago che si apriva ai suoi piedi, e ancora ho l’immagine precisa di quel luogo, che credo esista da qualche parte o rappresenti per me qualcosa di molto forte. 

Avevo iniziato da ragazzina a sognare di volare, ed era agitando le braccia che mi sollevavo faticosamente da terra e prendevo il via, in genere per sottrarmi a situazioni che non mi piacevano. Poi imparai a scappare dalle finestre nei numerosi incubi che avevo, e volar via così. C’era un istante di paura, quando dovevo gettarmi nel vuoto, che il volo non funzionasse. In genere funzionava, più o meno. A volte andava calando e io mi ritrovavo rasente al suolo e troppo a bassa quota per scappare via.

Qua, volo senza muovere le braccia e senza che io stia scappando da qualcosa. (Solo poche notti fa ho sognato che cercavo di volar via da un luogo che mi incastrava, e uscivo da finestre troppo strette spaccando vetri, pensando di trovarmi all’aperto e poi invece ero sempre dentro a pareti o sotto a soffitti e dovevo cercare altre finestre ancora; in quel sogno, mi fermavo sulla soglia del volo su un bellissimo mare azzurro; forse questo è un seguito!).

Non agito le braccia. Volo con energia e facilità.
E’ la prima volta che volo in sogno con questa modalità, non devo faticare e soprattutto non devo usare le braccia. Quando usavo le braccia, simbolicamente poteva rappresentare il mio fare, il mio agire e darmi tanto da fare “per”. 

In quel caso, per ciò che il volo rappresentava, ossia spesso il sottrarmi a situazioni che mi impaurivano e creavano disagio, o vero e proprio pericolo. E’ probabilmente ciò che ho fatto nella mia vita, darmi da fare per volare sulle cose, per dominare le situazioni.  

Ma il volare cosa rappresenta? Andando a senso, e senza cercare per ora sui libri, è stare sopra alle cose, condizione naturale per gli uccelli e gli insetti che sono creature dell’aria, ma non per l’uomo. Può significare volersi distaccare dalle cose e dalla realtà, soprattutto se triste o opprimente, oppure anche vedere tutto dall’alto, con distacco e minore coinvolgimento. Dominare le cose, in una solitaria sorvolata sulla vita. 

Il mare. 
Mare  = madre = emozioni. 
Acqua = vita; color smeraldo = colore della vegetazione, della vita vegetativa, i ritmi naturali, il colore di una gemma anche più preziosa del diamante. 
Già, mi viene anche in mente che grazie alle piante e alla loro verde clorofilla noi respiriamo ossigeno!
Trasparenza totale di questo mare, fin nel fondo. Si commenta da sé.
È un mare pullulante di vita. Tutto è bellissimo.
Eppure un pensiero di limitazione arriva: forse volo troppo bassa ( = idea della caduta, del limite, del fallimento) e i pesci saltando potrebbero sfiorarmi = paura, nonostante tutta la trasparenza e completezza della visione, del contatto con la vita. 
“Con tatto”: riguarda il toccare le cose, il mettere in comune con esse quel confine che è la pelle. Mi sovviene che pochissimi anni fa, mi accorsi, grazie al maggiore rilassamento che le mie attività  varie mi avevano procurato, che mi veniva spontaneo toccare le cose, gli oggetti che vedevo; dicendolo a mia madre mi sentii riferire che da piccola “io toccavo sempre tutto”. Probabilmente era / è il mio bisogno di conoscere a fondo le cose, coinvolgendo il senso del tatto. Se vedo un oggetto che mi colpisce, per forma o colore o altro, per me in realtà, ho scoperto, è assolutamente istintivo allungare la mano e sfiorarlo, o prenderlo in mano! 
Impossibile non domandarmi di che cosa io abbia paura nel contatto con la vita. 

Magari il sogno mi sta mostrando l’esatta situazione attuale: vedo tutto molto chiaro, lo domino in un certo senso, mentalmente, forse anche in parte emotivamente, ma ho paura del veleno che può essere racchiuso nel contatto vero con le cose, continuo ad avere paura di farmi male. 

E’ solo un accenno di pensiero, eppure rovina il quadro idilliaco. 
Avrei potuto semplicemente gioire nell’osservare i pesci saltellare.
Oppure scivolare sulla superficie giocando coi pesci, o tuffarmi e poi risalire…

Invece sul più bello mi si crea una paura (ho così modo di osservare uno schema mentale che in me tende a ripetersi; lo annoto, cercherò di averlo presente e modificarlo, anche se so che ci vuole tempo).

Altra idea non limitante poteva essere che i pesci sono così fitti e saltano tanto come a richiamare l’immagine di una possibile pesca miracolosa….in questo caso avrei paura di ricevere i doni e i frutti di un miracolo della vita?

Da qui, guarda caso, si innesca l’altra parte del sogno.
Tubo: qualcosa che fa passare materiali; ma qui ci sono persone sepolte vive. Qualcosa tipo Matrix?
Sezione rettangolare = figura geometrica che parla di solidità, dimensione dell’incarnazione, della vita.
Materiale artificiale = è un prodotto dell’uomo.
Azzurro chiaro = vuol richiamare il maschile? Mentalità, atteggiamento; magari la razionalità? 
Quindi io sono incastrata, anzi sepolta, in una specie di conduttura assieme ad altri, bloccata da un qualcosa di artificiale e forse di appartenente all’atteggiamento tipicamente considerato come maschile (il fare, l’attività, il ragionare, il controllare la vita). 
Gomito destro: il gomito consente l’articolazione e il funzionamento del braccio, quindi mi permette di fare, di agire (destra  = parte attiva, maschile).

Nell’interpretazione da sveglia ovviamente non considero la “veridicità” vissuta in sogno circa il passaggio nella memoria di altre vite, non so se possa essere o meno, ma come ipotesi di lavoro è più limitante rispetto ai miei attuali obiettivi, quindi la lascio a lato.

Sembra quindi che io mi senta limitata e sepolta viva in una situazione (stile di vita, vita vissuta in passato, ambiente, mentalità assorbita) che mi inculca valori “maschili” ma al tempo stesso mi impedisce l’azione in quel senso.  
Può essere: la competizione, l’efficientismo, l’attivismo sfrenato, il dover essere buoni e bravi, efficienti, sani; il separare un polo (il bianco e buono e giusto) dall’altro (nero brutto e sbagliato), la luce dall’ombra, è certo più assimilabile al maschile tradizionale che non accogliere tutto. 

A questo proposito ci sono altri sogni delle notti precedenti che sembrano agganciarsi al ragionamento. Ho sognato nuovamente il diavolo, che ora non mi incute più l’antico terrore, e stavolta modificavo la strategia di lotta con lui: decidevo di usare l’amore. In un sogno diventavo anche sua sposa e usavo poteri molto forti per allontanare i suoi servitori che non mi rispettavano ancora come signora del regno. Poi in altri due sogni vedo dei bambini molto cattivi che io rabbonisco e curo con l’amore, stringendoli forte a me. Ci sono riferimenti ad elementi della mia infanzia ed adolescenza. 

Non posso non pensare che io mi stia riappacificando con la mia ombra, in qualche modo, e che sia questo che mi permette di non essere più terrorizzata da lei, e di non temere più il buio (ne ho avuto paura fino alla nascita del mio primo figlio ed oltre, in caso di incubi).

Quel tubo, penso ora, potrebbe anche rappresentare il canale della nascita; il fatto che era artificiale e non naturale rappresenterebbe le difficoltà che mia madre stessa ha avuto. Ha dovuto stringere i denti, essere “un bravo, anzi bravissimo bambino”, cosa che ho cercato poi di emulare anche io. Ma se è la nascita, chi sono gli altri presenti (io percepisco una persona prima e una dopo di me)? 

Forse è un generico venire al mondo, in un mondo un po’ artificiale (dove il naturale è da ri-scoprire). 

Questa costrizione, questo passaggio di morte da sepolta viva, segue l’insorgere di un pensiero di paura di contaminazione da vita, che a sua volta si collega a un pensiero di possibile inefficienza (il perdere quota). Visto così potrebbe significare che è la mia stessa paura residua che mi incatena e seppellisce. E avrebbe un senso.

Il dolore al gomito può rappresentare la mia paura di non fare abbastanza, di non “produrre”.

Mi aggrappo al dolore fisico per non impazzire all’idea di sepoltura….questo francamente non saprei interpretarlo in un modo molto significativo, per ora…oppure potrebbe essere il suggerimento comunque di aggrapparmi alla saggezza del corpo per lenire la mia sofferenza…..

Di positivo c’era che non avevo paura, era più fastidio (e paura della paura), anche se agitata dovevo esserlo, visto come mi sono svegliata di soprassalto! 

Penso a un serpente: può darsi che sia il serpente della conoscenza (attraverso il dolore) che mi aiuterà a compiere i necessari passaggi (le morti, le trasformazioni) limitando la mia paura.
L’alter ego del serpente (che francamente mi è simpatico) è il persecutore, personaggio presente in molti sogni del passato. 
Astrologicamente, il persecutore lo collego a Saturno. Il mio Saturno mi ha inculcato grossi sensi del dovere, del limite, della disciplina, grossi sensi di colpa (tanto da contribuire a produrre in me una violenta frattura tra la parte buona e quella cattiva, che poi, stancatasi di essere così ignorata, ha ben presto deciso di cominciare a bussare sotto diavolesche spoglie alle mie notti). Lui, Saturno, mi ha perseguitato come Super Io troppo rigido.  Ma sappiamo che Saturno poi è la legge interiore, l’autodisciplina che serve (quella forte e non rigida), la struttura e l’autonomia, nonché l’autorità interna. Il Saturno celeste staziona da un po’ su Plutone natale nella mia ottava casa….

Concludendo?

Non so, non mi sembra di poter concludere con una frase; c’è tutto, c’è molto, molto di quello che si sta trasformando e mi si avverte di queste trasformazioni, ma ancora non riesco a vedere tutto con il necessario distacco…non so….
Anche la storia della sepoltura: se era chiaramente una sepoltura, perché dentro una specie di conduttura e non una bara? O la terra stessa? Forse perché comunque il sogno mi sta “conducendo”, in realtà…?…

È così che può finire un’analisi dopo un giorno che uno la fa. Sarà anche l’ora tarda, domattina riguarderò e deciderò il da farsi. 
Questo è davvero per mostrare appunto i lavori in corso come possono essere.
Tra poco andrò a dormire. Potrei chiedere al mio inconscio se mi racconta altro. E magari altri sogni completeranno il quadro.
Intanto sono grata. Per le belle immagini vissute, per la minor paura di oggi nell’affrontare tutto, per l’opportunità di condividere, perché questa stessa opportunità sta magicamente stimolando tanto il mio sognare oggi le mie trasformazioni attuali.

Però…posso provare, prima di andare, a fare un quadro riassuntivo.
Che comprende quel che ricordo dei sogni dei giorni precedenti.

Sintesi.

Ci sono bambini cattivi; io li amo e loro diventano buoni.
Accetto di amare (accogliere, abbracciare) la mia parte ombra.
Volo sul mare bellissimo e trasparente ma (ancora) temo il (veleno nel) contatto con la vita che lo colma.
La mia libertà si restringe fino a venire soffocata, stretta da ogni lato. 

  1. Ipotesi della memoria di altra vita: anche se interessante per come era vivida, la accantono perché, per i miei scopi di dialogo col mio inconscio e di conoscenza di me, mi dice poco.
  2. Ipotesi simbolica: qualcosa di artificiale costruito dall’uomo mi blocca, limita la mia vita; il dolore al braccio destro è il non poter fare, mi coccolo questo dolore per distogliermi dall’orrore di essere sepolta viva. 
    Dov’è il riscatto nel sogno? L’indicazione positiva? Solo nella prima parte? O la seconda è un ammonimento? Perché non mi parrebbe, oggi, di essere così tanto incastrata! 
    Ma siccome il sogno le cose te le mostra esagerate anche per fartele vedere meglio, forse esso mi dice che se mantengo pensieri e schemi di paura di non farcela, questi mi seppelliscono viva e, dopo, hai voglia i serpenti del risveglio spirituale a “smozzicarmi” i gomiti per scuotermi….!!!

Ancora più in breve: accolgo la mia parte cattiva (ombra) e la amo e sposo. 

Questo mi dà grande libertà e potere, vedo la vita (il mare di emozioni) in totale trasparenza, ma ne temo anche, in realtà, ancora il diretto contatto carnale.

Basta, mi fermo qui, per ora. Di più non riesco a tirare fuori.
Comunque, dopo il sogno, quella di oggi è stata una buona giornata e il mio umore è stato positivo e piacevole, per tutto il tempo.

La trasparenza e la luce di quel mare rimarranno impresse in me e prometto a me stessa che le lascerò irradiare tutta la loro energia al cuore e alla mente.

a cura di Bruna Scataglini