IL COUNSELING DEL DESIDERIO

a cure di Patrizia Sangalli
presentato alla 15a edizione
del Convegno di Astrologia Eridanoschool 2024

Come ritrovare e liberare il potere del desiderio
Quando diciamo desiderio Di cosa stiamo parlando?
Che genere di esperienze evochiamo?
Di che cosa si tratta?
Cosa è in gioco nell’esperienza umana del desiderio?
Qual è il suo tratto costitutivo?
Quale è il nesso con il counseling e l’astrologia?

DE – SIDERA – RE

Questa splendida parola fa venire in mente l’immagine di un navigatore dei tempi perduti, su di una barca in mezzo al mare e con le stelle uniche sue compagne per l’orientamento e la direzione verso qualcosa. Tuttavia, le stelle andavano interpretate: che stella è quella? Per non parlare delle costellazioni, forme arbitrarie composte da stelle elementari, che presentano una “buona forma”.

Il navigatore doveva collegare le singole stelle tra di loro e comporre una configurazione, imparava a chiamarle per nome. Questa interpretazione serviva non solo per raggiungere il posto sperato, ma anche per ritornare alla propria casa.

Gli anziani saggi intorno al fuoco cantavano leggende, favole e miti tramandati per generazioni sulle stelle che indicano loro il cammino.

Nel “De bello Gallico “di Giulio Cesare, I desiderantes erano i soldati che aspettavano sotto le stelle i compagni che non erano ancora tornati dal campo di battaglia..

Sidera significa infatti, STELLE , mentre il de privativo indica l’impossibilità di seguire la rotta segnalata dalle Stelle e  dunque, una condizione di disorientamento, di perdita di riferimenti, di nostalgia, di lontananza, ma anche l’avvertimento positivo della mancanza di ciò che è necessario alla vita, l’attesa e la ricerca della propria stella

Il desiderio nell’accezione che voglio sottolineare è una forza “La forza del desiderio”  

è una forza che mette in movimento la vita: il desiderio come motore della ricerca di senso nella vita.

Desiderio è  linfa che nutre l’amore per la vita, perché ne allarga gli orizzonti, perché rinnova il gusto di interrogarci su di noi e sul nostro rapporto con il mondo, perché ci stimola a realizzare i sogni nel cassetto prima che diventino rimpianti. Perché ci aiuta a lasciare le cose e le relazioni che hanno fatto il loro tempo, per ricominciare.

Il desiderio è la scintilla per il cambiamento e ci stimola quindi anche sentire la nostra responsabilità.

L’esperienza del desiderio è l’esperienza di perdita di padronanza; esperienza di vertigine.

Ogni volta che facciamo esperienza del Desiderio “vero” ci sentiamo portati da una forza che ci oltrepassa, che oltrepassa il potere di governo e di controllo dell’io.

Il desiderio tuttavia, non va confuso con la motivazione. O con il movimento dell’intenzione o peggio ancora come trasgressione banale, desiderio non è ossessiva ricerca della sirena del nuovo, non è capriccio, non è possesso.

Va Oltre il bisogno e il possesso

Il desiderio NELLA SUA ESSENZA PIU’ PROFONDA, introduce sulla scena della vita un elemento sconcertante.

Il problema del vivere non si risolve col facile possesso di qualche oggetto. Sinché pensiamo che la vita sia semplice esercizio di egoismo, per certi versi, potremmo stare tranquilli. Mentre nel momento in cui riconosciamo che siamo abitati da un desiderio che non è un bisogno, entriamo in una dimensione di sconcerto, ovvero di inquietudine

QUINDI la nostra sfida è  TROVARE E ASCOLTARE  il proprio desiderio che non ha nulla a che vedere con l’ossessione di avere sempre nuovi oggetti.

Accogliere il proprio desiderio non è mai facile

Il desiderio è per sua natura simile al palloncino che vuole andare verso le stelle. Questo anelito deve spesso essere mitigato all’ancoraggio alla realtà e ai bisogni che attraversano la nostra esistenza,

se il desiderio ci allontana troppo dalla realtà, si determina una sofferenza.

Come può accadere al palloncino che vola troppo in alto e scopp

Parlare di desideri in una società come la nostra in cui è in atto una manipolazione massiccia della funzione desiderante sembra quasi una contraddizione. Sembra di essere controcorrente. Il circuito del denaro, meccanismo principe della nostra società vuole che l’uomo non sia altro che una macchina desiderante.

DESIDERANTE NEL SENSO CHE RINCORRE UN DESIDERIO INDOTTO, QUALUNQUE DESIDERIO IL MONDO ESTERNO PROPONGA

L’inquinamento mentale conseguente alla manipolazione del desiderio, porta la tendenza a riconoscere solo gli stimoli basici che eccitano il nostro cervello viscerale.

In questo contesto, i messaggi che ci circondano trovano terreno fertile… L’obiettivo nella nostra società? È quello di stimolare il desiderio per soddisfare voglie momentanee (e business).  Soprattutto voglie i momentanee indotte. Indotte dal sistema pubblicitario. Questo meccanismo è obnubilante non si pone minimamente : che desiderio stiamo nutrendo? NON lo sappiamo. Certo NON il desiderio unico e personale, profondo.

La sofferenza che provoca questa manipolazione è però sempre più evidente.

Ecco la ragione per cui vi  propongo questa riflessione, e’ importante tornare a riflettere seriamente per rivitalizzare i nostri reali e autentici desideri.

L’inquinamento mentale avviene poco per volta e in modo lento e graduale. La manipolazione delle voglie è il punto di partenza dell’accumulo nel nostro cervello di scorie che manipolano ciò che abbiamo di più caro, i nostri desideri autentici.

Nel linguaggio comune istinti, impulsi, pulsioni, voglie, desideri, bisogni e motivazioni spesso vengono usati come sinonimi. Ma in realtà sono concetti profondamente diversi. Al di là della necessità dell’imperativo di una chiarezza linguistica, perché ogni parola ha il suo significato, è importante comunque, riuscire a fare una distinzione basica tra, per esempio, il concetto di voglia e il concetto di desiderio.

La voglia, può essere considerata come l’espressione di un bisogno immediato a breve termine che cerca di essere esaudito, ho fame, ho voglia di mangiare. ma non lascia un appagamento se non momentaneo e parcellare. Dentro la sua momentanea irruenza nasconde l’insoddisfazione e rappresenta un vano, inutile tentativo di riempire un vuoto interiore.

Il meccanismo di cui siamo vittime è chiaramente un meccanismo di manipolazione, che fa leva sulla nostra struttura dei bisogni e sul l contesto valoriale in cui siamo inseriti. È qualche cosa che ciascuno di noi impara in famiglia.

E’ in famiglia che si impara a desiderare. E’ in famiglia che si impara ad ascoltare quelle figure affettive di riferimento la cui soddisfazione di riflesso risponde all’aspettativa e al desiderio profondo del bambino di essere accolto.

Il rapporto con la madre è  un grande esempio di questa dinamica. Il rapporto viscerale con una madre è molto spesso un rapporto fortemente condizionante il meccanismo del desiderio di ciascuno di noi .

Ma questo meccanismo di introiezione continua nel corso della vita fino a raggiungere, come abbiamo sotto gli occhi, situazioni anche paradossali. In cui la persona diventa dipendente di ciò che dall’esterno viene richiesto o proposto

Se per essere amabile, per non entrare in conflitto, per essere come l’altro mi vuole rinuncio al mio desiderio, se rinuncio a cercare di essere profondamente me stesso, la mia vita si ammala, soffre, appassisce.

Il potere di influenzamento dei Social :  Instagram. Tik tok, Facebook, chi più ne ha più ne metta, ci porta a raggiungere livelli tristemente preoccupanti.

Le ricerche più recenti parlano di milioni di persone dipendenti, legate in modo compulsivo al lavoro, al gioco, allo shopping, alle droghe, a vari vizi capitali, ma anche al dimagrimento, alla ricerca di una presunta forma estetica, al giovanilismo ….. Il desiderio sembra il presupposto di ogni azione umana.

In molti incominciano a pensare che la nostra libertà sia condizionata. Siamo totalmente anestetizzati.

E soprattutto, come nella nostra esperienza possiamo testimoniare produce una crescente insoddisfazione che il più delle volte assume connotazioni disfunzionali anche  patologiche: il senso di confusione. L’ansia crescente, la depressione. La mancanza di senso.

Questa sirena contemporanea, figlia di una bulimia avida di beni, ci ipnotizza con l’illusione che il nuovo oggetto ci renderà felici. Non è così.

Il desiderio, è qualcosa che vive dentro di noi e che matura nel tempo  che richiede  una certa dedizione emotiva ed esprimo una profonda linea di forza della nostra personalità.

Il desiderio di rispettare ed essere profondamente se stessi esige costanza, determinazione, impegno, coerenza. Può generare inquietudine.

Spesso Il DESIDERIO bussa attraverso il malessere fisico o psicologico che qualcosa di ciò che vivo non corrisponde al mio piano originale.

Il Desiderio ci dà il coraggio di confrontarsi con il limite e con la percezione dell’impossibile. E nel limite trova lo stimolo per compattare l’energia, per mettersi in discussione e trovare soluzioni più efficaci, con forza ancora più intensa.

Certamente vivere il desiderio è rischioso. Corriamo più di un rischio. Corriamo il rischio di tradire il nostro desiderio quando torniamo a convincerci che ciò che ci rende felici è l’oggetto. In questo caso noi tradiamo noi stessi, la nostra natura. Nel mentre, corriamo il rischio di vivere irresponsabilmente il nostro desiderio, travolti dalla sua forza di irruzione che può diventare effettivamente forza di distruzione.

Il termine desiderio in Freud è scritto wunsch che la traduce con  “ciò che è vuoto, e nel vuoto – che non è mai un vuoto -potremmo scoprire che vi abita la con vocazione.

La radice del desiderio autentico è qualcosa che abbiamo dentro di noi.

Il desiderio è una vocazione. È una spinta che ci anima. È qualcosa che esiste per guidarci nel pervcorso di individuazione defininendo così la nostra singolarità più radicale.

«Essere ostinati con il proprio desiderio ci conduce ad una a vita realizzata. E la rende poi generosa. Perché vita generosa è la vita soddisfatta».

La vera colpa è quando si rinuncia al proprio desiderio. Quando si smarrisce il senso del proprio desiderio.

Recalcati, citando il suo maestro Lacan dice :  Ecco qual è la nostra vera colpa, la sola colpa è quando noi tradiamo, rinunciamo,  cediamo sulla nostra più profonda vocazione….

Dire “Sì” al proprio desiderio, che parla una lingua diversa da quella dell’Io, vuol dire sintonizzarsi sulle nostre frequenze più profonde, impegnarsi nella più profonda comprensione di noi, significa maneggiare qualcosa che ci appartiene intimamente.

Vivere secondo il proprio desiderio scongiura il rischio di ritrovarsi prigionieri nella vita degli altri, ridestandosi in ritardo, anche se in ritardo del tutto non si è mai.

Ma accogliere il proprio desiderio non è mai un percorso facile

A questo proposito

l desiderio di Aladino 

Nel racconto “Mille e una notte”, Aladino scopre di poter desiderare nel momento più triste della propria esistenza. Si trova sottoterra, gettato lì dal mago. Ha effettuato giorni prima una descensio ad inferos senza possibilità di ritorno.

 Sembra condannato quindi a finire i suoi giorni lì, in solitudine, lontano dalla luce e dal suo futuro.

Sino a quel momento, è un giovane indolente e incurante dei rimproveri, senza passione se non quella per il vagabondaggio, senza alcun timore delle parole del padre che, per il dispiacere di un figlio così, perde addirittura la vita.

Appena Mustafà aveva volta la schiena, Aladino scappava,  non tornando per tutto il giorno. Castigavalo il padre, ma il ragazzo era incorreggibile, e con gran dolore Mustafà fu costretto ad abbandonarlo al suo libertinaggio. Il dispiacere di non poter far rientrare il figliuolo nel suo dovere, gli fu cagione d’un’ostinata malattia, della quale morì in capo a pochi mesi.[2]

La caduta di Aladino appare dunque al lettore la conseguenza inevitabile di una spregevole condotta. Ma il mago, che lo imprigiona sottoterra, pone in realtà fine all’eremitaggio. Obbliga il ragazzo alla sosta, ne blocca bruscamente la sprovveduta corsa verso il nulla, nega attrazioni alla sua pulsione di morte. La punizione dello zio malefico costringe infatti il ragazzo a confrontarsi con la propria mancanza, col buio che, prima di allora, abitava comunque, senza il benché minimo sospetto. Rimanendo nelle tenebre e nell’oscurità, riacquista, sia pur con dolore, la vista.

Non a caso, il viaggio nei meandri della terra rappresenta spesso un punto di non ritorno, un’esperienza tanto forte quanto illuminante, un’opportunità per capire e vedere meglio.

Ulisse, dovrà raggiungere Tiresia nel regno degli inferi, per poter scoprire i dettagli del suo viaggio. E Persefone dovrà essere rapita dallo zio e vivere nell’Ade, per diventare una donna e sottrarsi all’attenzione asfittica della madre Demetra

Il desiderio è il motore del mondo, il motore delle nostre vite, senza desideri saremmo morti, morti dentro, i nostri desideri, infatti, ci fanno sentire vivi. Quando non sentiamo dentro di noi il richiamo ai desideri autentici, desideri profondi, desideri che vadano al di là di quanto proposto dal carrozzone contemporaneo, dovremmo cominciare a preoccuparci sul serio.

Il desiderio, perciò, può essere considerato come un’energia potente, come solo l’energia creativa può essere, un’energia che illumina le stelle del nostro cammino.

Perché ciò avvenga, però, occorre che i nostri desideri siano allineati con quella che Deepak Chopra chiama “l’infinita intelligenza della Natura”.

Il desiderio, inoltre, va coltivato e prima ancora va fatto affiorare, va riconosciuto. Se ci sembra di non avere desideri, proviamo a ricordare quale fossero i nostri sogni nel cassetto quando eravamo ragazzi e sentiamo se ci fanno ancora risuonare qualcosa dentro.

La stella deve essere dentro. Nietzsche diceva: “trova una stella dentro di te”.  la Spinta in avanti alla ricerca della realizzazione, attraverso il raggiungimento di tappe sentite, che animano con passione e accendono il motore della curiosità e del coraggio. Spinta ad affrontare ostacoli e a liberare talenti e capacità ignorati o relegati nell’ombra

Il DESIDERIO invita a scoprirci, a manifestarci e realizzare il compito per cui siamo in questa Vita

Tutto questo mi porta a riflettere su come Astrologia e Counseling due meravigliose risorse che possono aprire O RIAPRIRE

La via DEL DESIDERIO

In qualsiasi modo vogliano chiamarlo : desiderio,  ocazione ….è la spinta che ci vuole indicare il luogo sperato….

Non sarò certo io a dirvi cosa un tema natale ci può dire rispetto a questo  “luogo sperato” per ciascuno di noi  rispetto a numero indizi che troviamo…

E il counseling?? Un percorso di cambiamento, o per dirla alla Jung il percorso di individuazione inizia con la consapevolezza e il riconoscimento di quel desiderio profondo di evoluzione e cambiamento.

Il senso e il proposito del counseling  sono di favorire la crescita e l’espressione delle potenzialità della persona.

 Mettere il cliente al centro, attraverso l’ascolto empatico, l’assenza di giudizio e l’accoglienza incondizionata, supportate dalla capacità di fare domande pertinenti e strategiche, crea uno spazio sicuro in cui il cliente libera le sue forze di crescita, si sente libero di dare libera espressione ai suoi sentimenti e ai suoi desideri.

Il counseling favorisce una connessione più profonda, nel qui ed ora, con il proprio mondo interiore, aiutando a rivelare la spinta (DESIDERIO) intrinseca verso di un cammino trasformativo.

Voglio concludere tornando a rileggere la metafore da cui siamo partiti :

…il navigatore dei tempi perduti, su di una barca in mezzo al mare e con le stelle uniche sue compagne per l’orientamento e la direzione verso qualcosa. Tuttavia, le stelle andavano interpretate: che stella è quella? Per non parlare delle costellazioni, forme arbitrarie composte da stelle elementari, che presentano una “buona forma”.

Il navigatore doveva collegare le singole stelle tra di loro e comporre una configurazione, imparava a chiamarle per nome. Questa interpretazione serviva non solo per raggiungere il posto sperato, ma anche per ritornare alla propria casa.

a cure di Patrizia Sangalli
presentato alla 15a edizione
del Convegno di Astrologia Eridanoschool 2024