Sono trascorsi più di settant’anni dalla morte del medico inglese, di origine gallese, Edward Bach. Nato nel 1886 in un piccolo villaggio nei pressi di Birmingham, muore nel 1936 a soli 50 anni per cause naturali, subito dopo il completamento della sua opera. Quell’opera che ancora oggi viene dibattuta, studiata ed applicata in tutto il mondo per aiutare milioni di persone.

Il carattere al tempo stesso avveniristico ed antico del suo lavoro, del suo approccio alla malattia ed alla guarigione è lungi dall’essere del tutto svelato, e risulta essere attualissimo. In futuro, il compito della medicina sarà, a mio parere, quello di trasformarsi in vera guarigione, integrando sempre di più le diverse componenti dell’essere umano che, secondo una delle tante classificazioni, possiamo definire come componente fisica, emozionale, mentale e spirituale. Tenendo fede a queste distinzioni, a questi diversi piani dell’essere umano, ognuna di queste parti di noi ha bisogno di specifici strumenti. Ecco allora che la medicina moderna si occupa quasi esclusivamente del piano fisico.

Poi abbiamo la moderna psicologia (letteralmente: studio dell’anima), che oggi si occupa essenzialmente del comportamento sui piani emotivo e mentale, senza tenere conto del piano più fondamentale, quello spirituale.

Il piano spirituale è sostanzialmente relegato alla sfera privata, e per la maggior parte delle persone, completamente trascurato in nome di un’inevitabile attenzione agli aspetti materiali dell’esistenza. Bach aveva capito che, come in una naturale gerarchia divina, i quattro piani influenzano ognuno il sottostante livello di manifestazione: dallo spirituale, il più fondamentale ed in ultima analisi la nostra vera natura, fino al piano fisico, quello che ci è più familiare, e sul quale la coscienza dell’uomo moderno è maggiormente focalizzata.

La nostra mente è fatta per dividere e classificare, ma anche per riunire ciò che è stato diviso. Il percorso di separazione da Dio, dall’Unità originaria, simboleggiato, nella nostra tradizione, dal mito della cacciata dal paradiso terrestre, è l’inizio di un percorso di riunificazione ma anche di conoscenza. Questo percorso, che prende infinite forme nella manifestazione terrena è il motore, il movente nascosto di ogni nostro desiderio e di ogni nostra azione.

Bach consapevole del fatto che la nostra più autentica natura è spirituale e non puramente fisica, ha creato un sistema fisico che fosse un ponte, un collegamento tra questi due mondi. Il suo metodo ci aiuta prima di tutto a riunire ciò che nel nostro personale cammino di individuazione noi stessi abbiamo diviso: le due parti dell’essere umano che Bach chiamò Anima e Personalità. A tal proposito, svariate sono le terminologie utilizzabili, a seconda delle scuole di pensiero.

Bach, durante tutto il suo lavoro, fu sempre ispirato da una grande chiarezza mentale riguardo i suoi obiettivi. Fondamento della sua opera fu l’idea di creare un metodo semplice, pratico e poco costoso per insegnare a tutti a guarire se stessi. Per questo motivo, con l’avanzare del lavoro sui Fiori, eliminò progressivamente tutto il superfluo, tutte le speculazioni fatte lungo il cammino di ricerca, anche quelle astrologiche, evitando infine complicati sistemi di classificazione dell’essere umano, e riducendo la descrizione dell’uomo a due concetti comprensibili a tutti: quello di Anima (che chiamò anche Io Superiore) e quello di Personalità (la nostra componente terrena, lo strumento dell’Anima per compiere la nostra personalissima missione sulla terra). Due termini che richiamano l’atavico, l’originario dualismo tra spirito e materia. 

Il tentativo di facilitare l’armonizzazione tra queste due parti dell’essere umano, normalmente percepite come divise, è stato certamente uno dei pilastri sui quali si fondò tutto il lavoro, e la vita, di questo straordinario personaggio.

Nel prossimo articolo, riavvolgeremo il nastro, riesaminando la vita di Bach a partire dai primi anni, fino a giungere alle soglie del suo viaggio di scoperta dei Fiori, quando decise di lasciare un avviatissimo studio medico a Londra per inseguire il suo sogno, sostenuto unicamente dalla propria fede, e col solo corredo di una valigia di scarpe…