Spesso capita di sentire madri che si lamentano della straordinaria importanza che i loro figli danno all’amicizia con i loro coetanei o compagni; queste donne pensano che sia esagerato il tempo che essi trascorrono fuori casa e troppo intensa la relazione che i figli hanno con i loro “amici”; quasi sempre nel lamento si avverte una nota risentita di nostalgia o di rimpianto: come se si ci fosse una segreta aspettativa che i loro figli trascorressero più tempo con la famiglia e in casa. 

Una cosa che possiamo subito dire che “un sano rapporto d’amicizia” è oltremodo importante per un sano sviluppo della personalità. Fin da piccoli, il bisogno di socializzare e di trascorrere tempo a giocare e a fare esperienza con i coetanei è fondamentale: i bambini che passano tanto tempo da soli o con gli adulti, mancano di scambi paritetici e non riescono a rapportarsi con facilità con i loro coetanei: sono più timidi, timorosi, troppo concentrati su sé stessi e incapaci di superare gli ostacoli che inevitabilmente i bambini della loro età producono quando si trovano ad incontrarli sporadicamente. 

Sono bambini che richiedono troppo spesso l’intervento degli adulti e che, proprio per questo, rischiano di essere derisi da quelli che sono più abituati a socializzare e a rispondere in maniera diretta alle difficoltà.

Crescendo il bisogno di scambio e di contatto di questa fasi iniziale si trasforma: infatti, a partire dalla pubertà si comincia a sentire un grande bisogno di avere “l’amico o l’amica del cuore” e questa fase rappresenta un vero e proprio passaggio di crescita e di consapevolezza che accompagna il ragazzo al futuro ingresso nel mondo degli adulti. 

A livello astrologico le radici di quelle che saranno le future “capacità sociali” di un soggetto si possono leggere già nelle prime due case così dette “sociali”: la terza che possiamo definirla di “contatto e approccio” e la settima che è già una casa di “scambio e di condivisione affettiva”. Da un punto di vista evolutivo,la terza casa ci parla delle prima fase di socializzazione, quella che va da un anno ai due anni circa in cui il bambino sviluppa delle reali capacità di interazione con gli altri e con il suo ambiente; inizia a muoversi e parlare e inizia a mostrare il piacere di stare con gli altri, soprattutto attraverso il gioco: è da qui che nasce il primo senso di umanità condivisa, sperimentando il piacere di stare insieme ai bambini e agli adulti, diventa consapevole sia del gusto della condivisione sia di emozioni quali sofferenza e frustrazione che sperimenta quando non trova risposta ai suoi approcci. 

L’analisi della casa terza nel tema di un bambino può indicare quali sono le sue naturali predisposizioni nell’incontrare gli altri; si può comprendere se è un bambino aperto o chiuso; facile o difficile all’approccio e allo scambio. 
Da questi primi scambi il bambino comincia ad abbracciare il mondo, a sentirsi “come gli altri” e a sperimentarsi come un “essere in relazione”.

Successivamente, nella fase di casa settima si giunge intorno ai 12 – 14 anni, il ragazzo si trova immerso nella pubertà a desiderare di entrare in una relazione più profonda e più intima e, prima di farlo con l’altro sesso, lo fa attraverso l’amico o l’amica del cuore: è fondamentale questo “conoscere sé stesso attraverso il proprio sesso”: i ragazzi parlano per ore, condividono interessi personali e sociali, ma anche aspetti profondi di sé stessi e tutto questo scambio serve alla ridefinizione della loro identità che inizia a fare da prologo all’adolescenza che già bussa alle porte. In questa fase i ragazzi si sperimentano come “uguali e diversi” al tempo stesso; spesso vorrebbero somigliare all’amico del cuore: in effetti lo hanno scelto sulla base di una forte “attrazione”; è una fase di imitazione in cui regna però anche molta ambivalenza soprattutto se, nella fase della relazione amicale uno dei due si innamora e rivolge l’attenzione verso l’altro sesso; questo gesto a volte viene considerato un vero e proprio tradimento all’amicizia a due. In questa fase si fanno progetti e si gettano le basi di quello che sarà il futuro: si sta frequentando la scuola media ma un occhio è già puntato sulla scuola superiore che presupporrà la scelta dell’indirizzo scolastico in linea con la propria vocazione e i propri potenziali. Spesso si parla per anni di questa futura scelta. 

Vi sono alcune differenze tra maschi e femmine nel vivere questa fase: per le ragazze è molto importante la scoperta del proprio corpo, dei sentimenti e delle emozioni e lo scambio delle impressioni sui ragazzi e su tutto ciò che si sta scoprendo: il rapporto è molto più centrato sul mondo interiore e sul “sentire”. 

Nel mondo dei ragazzi è meno forte la confidenza intima, a meno che non si parli dell’aspetto sessuale. C’è un rapporto goliardico in cui ciascuno fa da spalla all’altro nell’avventura della scoperta del mondo esterno; si sostengono a vicenda nell’affrontare i divieti familiari, nel cercare la trasgressione; cercano in ogni modo di farsi coraggio nell’andare al di là dei confini e, il loro legame è molto più improntato sull’azione e sulla conquista esterna. 
Per i maschi è la scoperta di cosa c’è in giro: si spalleggiano, fanno prove di forza tra loro ma, i due amici del cuore, si aiutano nelle difficoltà.

In ogni caso, questa è la fase della vita in cui si sperimenta a tutti gli effetti e in profondità il valore dell’amicizia che si rivelerà fondamentale per riuscire a sviluppare, da adulti, una reale capacità di “ascoltare l’altro” e di “stare con l’altro” condividendo esperienze, sentimenti, valori e desideri giorno dopo giorno; fondando la relazione sulle similitudini e sulle diversità, apprendendo dall’amico del cuore la lezione che l’esperienza fatta insieme si è rivelata così interessante proprio per le diversità che l’altro portava nella relazione. 

Le esperienze fatte nella terza e nella settima casa possono essere considerate prove tecniche di trasmissione per comprendere cosa avverrà poi nel “mondo sociale”, quali tipi di atteggiamenti avranno i nostri figli verso gli altri, verso le relazioni, verso i diversi e in che modo sapranno rinunciare a piccole gratificazioni personali per poter stare con gli altri e condividere qualcosa di grande come lo “stare in gruppo” e “vivere in un mondo sociale”. 
La terza e la settima casa convoglieranno le loro esperienze nella casa undicesima, la terza delle case sociali che rappresenta il modo in cui sappiamo stare in un rapporto di amicizia vero basato sulla reciproca indipendenza e libertà, ma rappresenta altresì il “nostro personale senso sociale”, ovvero la capacità di riconoscere nella diversità altrui una ricchezza per tutti e nello scambio delle singole capacità un’opportunità di vivere mettendo in comune ciò che si ha e si è. 

Accompagnare i nostri figli a credere nell’amicizia e dare ad essa un grande valore è un passo per creare, in futuro, una società migliore basata sulla condivisione anziché sulla competizione. 

a cura di Lidia Fassio