Intervista di Johnatan Jencinella a Lidia Fassio
Pubblicata sulla rivista “Il gusto” con il seguente titolo:
“Astrologia – Scienza Tolemaica”

Dalla Mesopotamia ad Internet gli usi dell’astrologia fino alla critica antiastrologica. L’approccio simbolico di Lidia Fassio.

Che cos’è l’astrologia? Una disciplina complessa, oggetto in passato di colti dibattiti scientifico-filosofici, p pura e semplice superstizione, residuo di un pensiero pre-scientifico che riemerge da arcaiche oscurità? Essa in ogni caso ha fatto parte a pieno titolo della scienza ufficiale fino all’avvento del pensiero scientifico moderno e dell’Illuminismo, che la relegò per un lungo periodo nell’oblio.

Resistere alla tentazione di sbirciare nella pagina degli oroscopi del quotidiano è difficile anche per lo scettico più incallito e questo perché l’astrologia che conosciamo tramite i mezzi di comunicazione è conturbante, tocca le nostre debolezze, si nutre delle nostre incertezze e delle nostre speranze. Non è raro infatti che ci si senta maggiormente attratti dall’oroscopo quando si attraversano periodi difficili:vogliamo sapere se e quando finirà, se a una delusione sentimentale seguirà presto un nuovo amore, se una vincita al totocalcio risolverà i nostri guai finanziari, eccetera. 
Al contempo però suscita repulsione alle nostre moderne mentalità ogiche e razionalistiche, per cui una cosa è tanto più inammissibile, quanto più ci risulta inafferrabile e inspiegabile: caratteri questi che la rendono ancora più sensuale e seducente. 
Va detto che di astrologia non ce n’è una sola: gli orientamenti in questo campo sono numerosissimi, tanti quante le interpretazioni di cui è stata oggetto nel corso della sua storia. Si va appunto dalle bazzecole da rotocalco, ad un uso improprio che la assimila a pratiche di origine assai diversa, quali i tarocchi o altre affini all’occultismo e alla magia; ovviamente esistono cialtroni che costruiscono le proprie fortune su di essa, approfittando dell’ignoranza e della debolezza, manipolatori del consenso che se ne servono per imporre il conformismo sociale. Ma c’è anche chi semplicemente porta avanti con dedizione e sobrietà, lontano dal clamore dei media, lo studio e la pratica di una disciplina molto articolata, cercando di restituirle la rispettabilità di cui ha goduto in epoche passate. D’altra parte l’ignoranza su cui fa leva la cattiva astrologia sembra da sempre caratterizzare anche la critica antiastrologica: è infatti pratica diffusa supporre l’irrazionalità di questo sapere, anziché dimostrarla e già CARNEADE, CICERONE E S. AGOSTINO, detrattori storici, nei loro scritti davano ampiamente prova di non conoscerne le tecniche. 

I sostenitori di quella che era un tempo conosciuta come “arte regia”, dichiarano le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma per quanto ci è possibile dedurre dalle testimonianze neoplatoniche in chiave provvidenzialistica e spirituale. Questa matrice divinatoria sopravvive ancora oggi nel senso comune ed è su di essa che fa leva l’astrologia “easy” delle domeniche televisive. Ma nella storia effettiva della disciplina si avvertì la necessità di conferirle una lettura laicizzante. 

Fu così la volta del grande scienziato alessandrino Tolomeo (II° secolo dopo Cristo) che nell’astrologia vedeva l’applicazione pratica delle conoscenze astronomiche e che fu il primo tra i sostenitori storici ad affermare il carattere probabilistico. A lui si deve l’organizzazione definitiva del sapere astrologico, destinata a durare fino al Rinascimento. Con Tolomeo inizia a farsi strada una concezione improntata al pensiero aristotelico che condurrà a considerare gli astri non più come causa dell’agire umano (il che significherebbe che l’uomo non è libero), ma come segni delle sue inclinazioni temperamentali. Ed è proprio a questa linea che si riallaccia l’astrologia al suo riapparire sul finire del XIX secolo, dopo aver attirato, da Tolomeo in poi, l’attenzione di illustri intellettuali quali Plotino, Tommaso d’Aquino, Marsilio Ficino e dopo aver accolto contributi anche dalle culture araba ed ebraica. 

Così, nel ‘900 l’astrologia viene a legarsi in particolare con la psicologia, su quel binario che da Jung a Hillman vede in essa un ottimo strumento per l’indagine della personalità, oltre che un oggetto di studio del massimo interesse in quanto luogo eletto in cui per secoli sono venute sedimentando tutte le conoscenze psicologiche. 

Al di là dell’immagine diffusa dai media quindi, l’astrologia sembra vivere un momento di rigoglio e, definitivamente accantonate le antiche tendenze divinatorie, il suo problema sembra oggi non tanto quello di darsi un fondamento razionale, quanto piuttosto di vedere riconosciuto un sistema formativo che attesti la serietà e la preparazione degli astrologi, dal momento che l’efficacia in un oroscopo dipende solo ed esclusivamente dalle loro capacità interpretative.

Simbolismo, mitologia e medicina psicosomatica sono gli ambiti a cui si rivolge Lidia Fassio studiosa di psicologia e di simbolismo. Si occupa inoltre di astrologia da più di vent’anni ed è stata allieva di Lisa Morpurgo, studiosa di rilievo nella storia più recente di questa disciplina. Cercando di integrare astrologia e psicologia ha messo a punto un corso di Formazione in Astrologia Umanistica, l’unico in Italia a fornire un vero e proprio iter scolastico di preparazione alla professione di “consulente di astrologia umanistica”. 

Domanda: 
non esiste rivista o canale radio televisivo (per non parlare di internet) che non abbia al suo interno uno spazio dedicato all’astrologia: siamo inondati di oroscopi….. 

Risposta di Lidia Fassio:
Molti astrologi si piegano alle esigenze dello share pur di ottenere un passaggio televisivo, rendendo un pessimo servizio agli utenti e all’astrologia stessa. 
Qust’ultima ha validità solo se prende in considerazione uno specifico individuo, non se ne rivolge a tutti quelli che sono nati sotto un certo segno zodiacale. Ma purtroppo viene presentata come una sorta di “mantica” o un giochino da salotto. Io credo che gli astrologi dovrebbero esimersi da certe perfomances ed essere i primi a rispettare la loro materia. E’ lo “spirito dei tempi” ad ispirare questa triste e dilagante modalità di costume: tutto deve essere leggero, insignificante, divertente, l’importante è che si possa consumare in fretta e soprattutto non faccia pensare. 
L’astrologia è un’altra cosa. 

Domanda: 
Non è contraddittorio che in un’epoca materialistica, razionalistica ed iper-tecnologica come la nostra, molta gente si rivolga ancora all’astrologia?

Risposta di Lidia Fassio:
Il razionalismo si sta rivelando aleatorio e inappagante e la scienza moderna, riconosciuta come esatta, in realtà si può considerare tale solo se applicata a determinati sistemi: buona parte elle sue leggi, pur essendo valide per un vasto numero di casi, non escludono, anzi esasperano, l’imponderabile. Così si cerca di arginare il senso di precarietà esistenziale ricorrendo a fonti “alternative” riemerse negli ultimi vent’anni, 
Chi si rivolge oggi all’astrologia lo fa per acquisire consapevolezza su dinamiche interne di cui il razionalismo non riesce a dar conto. 

Domanda: 
I suoi corsi non vengono riconosciuti dalla comunità scientifica ufficiale, che accusa spesso l’astrologia di infondatezza. Quali sono i motivi dal suo punto di vista e come difende la sua disciplina?

Risposta di Lidia Fassio:
Che in Italia questa disciplina non sia riconosciuta è un fatto anomalo; all’estero la situazione è diversa: esistono scuole accreditate; in Inghilterra c’è anche un corso universitario, la Faculty of Astrological Studies di Londra. L’astrologia viene spesso considerata “cialtroneria” proprio perché non esistono corsi di studi riconosciuti che prevedano delle prove per verificare capacità e preparazione. 

Essendo disciplina antica tra l’altro, è considerata superata o da annoverare tra le cosiddette “scienze magiche”, con cui non ha nulla a che fare. 

Essa è semmai una di quelle discipline che funzionano anche se ancora non se ne capisce il perché. La scienza ufficiale non possiede strumenti in grado di compiere indagini precise in certi campi e finisce spesso per ritenere infondato tutto ciò che in realtà non riesce a spiegare, misurare o quantificare. Il fatto è che quanto si indaga sulla materia umana, bisogna tener presente che ogni uomo è un universo a sé e come tale ha un numero infinito di variabili che rendono il fenomeno incontrollabile e difficilmente inquadrabile in uno schema. Detto questo, mi riesce difficile pensare all’ingresso dell’astrologia nel grembo della scienza e non credo che agli astrologi ciò interessi molto. Ritengo che l’astrologia non debba dimostrare la sua efficacia al mondo scientifico; la scienza piuttosto dovrebbe avvicinarsi ad essa senza pregiudizi, se vuole capire quali siano effettivamente i fondamenti di una materia tanto antica, considerando però che non segue le leggi di causa – effetto, ma rapporti di analogia. Una delle eccezioni che più nuocciono all’astrologia è quella legata appunto al principio causa effetto, quella “deterministica” tipica degli astrologi tradizionali che hanno continuato a credere nell’esistenza di reali influssi delle stelle sugli uomini. 

Ciò è falso e sbagliato, pane per ciarlatani e detrattori. Gli astri non determinano l’individuo, semplicemente lo rispecchiano, lo rappresentano: essi non sono cause, ma segni, simboli. 

Domanda: 
Quale è la specificità del suo approccio?

Risposta di Lidia Fassio:
Io pratico quella che si chiama “astrologia psicologica ed umanistica”, che ha un approccio “simbolico” nel senso che è riferito alla conoscenza dell’uomo. Essa considera l’interno umano come specchio di un esterno astronomico e si articola sulla relazione tra il macrocosmo e il microcosmo. Parte dal presupposto che le posizioni dei pianeti e i loro rapporti al momento della nascita, indichino il modo in cui determinati “principi archetipici” si dispongono e si relazionano nella psiche. I corpi celesti, considerati nella loro realtà simbolica, sono paragonati alle funzioni psichiche, secondo un linguaggio che interpreta la correlazione tra “cielo – significante” e “individuo – significato”. 

Non vengono osservati fenomeni astronomici reali, ma apparenti. E’ quindi irrilevante che il sistema geocentrico su cui l’oroscopo si basa, non trovi effettivo riscontro nella realtà; ciò che conta è che l’uomo, in qualità di “osservatore del cielo” si percepisce comunque al centro del sistema e vede ogni cosa come se gli gravitasse intorno. 

Questo, pur non rientrando nell’ordine delle cose reali, rientra in quello delle cose vissute. 

L’astrologia quindi non fornisce descrizioni oggettive; si limita a rappresentare la soggettività di un individuo mediante l’oroscopo, metafora della nostra struttura psichica, la quale è in continua evoluzione, e di conseguenza non determinata, ma solo influenzata. 

L’astrologia umanistica e psicologica non predice, non prevede, aiuta semplicemente a conoscere sé stessi; l’astrologo non è un mago, ma un “traduttore”, che conoscendo il linguaggio dei simboli, può aiutare a decodificarne i contenuti. 

Domanda: 
Spesso però chi si avvicina all’astrologia non ha un bagaglio culturale adeguato all’elaborazione di tutti i concetti che interagiscono con questa disciplina: non vede un rischio di mistificazione in questo?

Risposta di Lidia Fassio:
Non è esatto dire che si rivolgono all’astrologia persone prive di un bagaglio culturale; ai miei corsi la maggior parte degli allievi è laureata o almeno diplomata. 

L’astrologia in effetti non è materia semplice e noto comunque che le persone di cultura medio bassa preferiscono rivolgersi a discipline più immediate come i tarocchi, legate ad avvenimenti esterni, piuttosto che al simbolismo interno.