Gia’ da qualche tempo ci si trova a confronto con bambini, ragazzi giovani e meno giovani che non riescono ad affrancarsi dal computer e, soprattutto, dal collegamento con Internet. 

Ci sono madri disperate, mogli che vogliono separarsi perché il proprio marito quando torna a casa si chiude in studio e si “collega”, dimenticando qualsiasi altro tipo di lavoro o di impegno verso la casa e verso i suoi conviventi. Persone che non esitano a sostenere i loro personali problemi con il computer, come se fossero colpiti da una vera e propria dipendenza … in pratica, internet č diventata una sorta di droga da cui č difficilissimo …disintossicarsi.

E’ vero che forse ci sono allarmi eccessivi, ma a volte, ci sono anche entusiasmi eccessivi ed internet, oltre a farci sperimentare che “tutto č a portata di mano”, ci offre anche la percezione – giusta o illusoria – di non essere piů soli visto che basta collegarsi per trovare decine o migliaia di amici “virtuali”, ma al tempo stesso “presenti”.

Infatti, internet č un vero e proprio spazio di comunicazione oltre ad essere un immenso serbatoio di dati che sono a portata di mano in qualunque momento del giorno e della notte.

E’ di oggi la notizia che un dipendente statale č stato licenziato in quanto usava “impropriamente” il computer per collegarsi a siti particolari, ovviamente, durante l’orario di lavoro. 

E’ cosě che il cyberspazio ci seduce e a volte ci induce a rimanere quasi ipnotizzati senza avere piů la cognizione del tempo e, soprattutto, del buon senso. 

Da qualche tempo cominciano ad esistere formule terapeutiche brevi finalizzate al trattamento delle dipendenze da Internet e da Computer; in Italia forse tutto ciň č ancora in ritardo, ma negli Stati Uniti sono parecchie le universitŕ che si sono fatte cariche di mettere a punto seminari e centri di ascolto che aiutano a comprendere e a gestire questo tipo di dipendenza.

Come sempre ci dovrebbe essere un comportamento obiettivo e distaccato: sarebbe ridicolo demonizzare uno strumento come il computer, questo non toglie che dobbiamo essere pero’ sufficientemente accorti da non diventare prigionieri di un mondo fatto di chat, di foru, di siti di ogni genere e soprattutto, di una sorta di “lato oscuro del cyberspazio”.

Ci sono autorevoli studi che hanno dimostrato che l’uso eccessivo di internet in realtŕ riduce e azzera la socialitŕ … ma, al tempo stesso, riduce la comunicazione con i propri familiari oltre a ridurre il benessere psicologico degli utenti.

Sicuramente internet č il prodotto dell’Era dell’acquario, o almeno č quello piu’ potente e piu’ vistoso; tuttavia, non possiamo dimenticarci che l’acquario č anche e soprattutto il segno della grande comunicazione e dello sviluppo totale di un vero e proprio senso “sociale” che possa condurre l’umanitŕ verso un modello di vita piů rispettoso delle singole individualitŕ e delle differenze in un contesto in cui – l’aumento del tempo libero dovuto alla tecnologia avanzata e alla diminuzione del lavoro umano – potrebbe dare una possibilitŕ unica al nostro mondo: quella di poter sviluppare la propria creativitŕ e la propria vocazione in un sistema di vita comunitario, piů legato alla condivisione e allo scambio, in un contesto in cui vengano via via annullate le grandi disparitŕ e in cui le ricchezze possano essere distribuite in modo piů equo e possano favorire un vero e proprio benessere meglio distribuito.

Ogni segno ha perň anche una zona d’ombra: l’ombra dell’Acquario puň portarci ad un eccesso di individualismo e ad una confusione tra il reale e il virtuale. Inoltre, possiamo cadere con facilitŕ dentro la trappola della tecnologia a tutti i costi in un tentativo di eludere e di sfuggire le responsabilitŕ che derivano dal vivere insieme ad altri e dal dover dare il nostro personale contributo al mondo in un clima di serenitŕ e non piů di competizione e di sopraffazione.