Nettuno è un pianeta ancora meno visibile di Urano. Infatti, ad iniziare da Nettuno e poi con Plutone, inizia il regno dei cosidetti “invisibili”, ovvero dei pianeti che, pur facendosi sentire tantissimo a causa della loro potentissima vibrazione, non solo non si lasciano cogliere ad occhio nudo, ma lasciano intravedere, se non dopo lungo tempo, i cambiamenti che operano all’interno e le nuove direzioni e priorità che vogliono portare.

In ogni caso, Urano, Nettuno e Plutone mi fanno pensare ad energie per così dire “dinamizzate”: esattamente come accade nell’omeopatia in cui più le sostanze sono dinamizzate e più sono efficaci, con i pianeti succede qualcosa di simile.

A dispetto di quanto sostengono i medici allopatici che pensano che dove il principio è così “rarefatto” non esista nulla, in astrologia accade la stessa cosa e, gli astrologi possono dimostrare con innumerevoli casi a sostegno, quanto siano “potenti” i pianeti più lontani, esattamente quelli che gli astronomi indicano come troppo lontani per far sentire la loro influenza.

Nel mito, Nettuno aveva come obbligo quello di “mimetizzarsi” , o meglio, ogni volta che doveva lasciare il suo regno (Abissi), doveva indossare una “forma” in quanto lui non ne aveva una.

Questa particolarità mitologica è molto interessante perché ci fa subito pensare a qualcosa di “indefinibile” che quindi, assume la forma che può andare bene sul momento; o meglio, che assume la forma che noi vogliamo vedere in esso. In effetti, è difficile vedere chiaramente le cose se le guardiamo attraverso la lente nettuniana, spesso infatti, non le abbiamo viste, ma le abbiamo “create” noi stessi proprio perché ciò che guardavamo era così indefinibile da non poter essere “individuato” e “caratterizzato”.

Nettuno ha una modalità che definirei “languida” e “insinuante”; abbassa l’energia fisica, mette in uno stato di spossamento, abbassa le difese sia fisiche che psichiche, in quanto deve creare i presupposti affinchè possano entrare i suoi contenuti e quindi, deve per così dire “confondere” la mente che, altrimenti, non lascerebbe emergere ciò che invece deve emergere; dopo di chè comincia a lavorare e, manco a dirlo, il suo lavorio consiste nell’erosione delle barriere che la mente e l’Io hanno creato. Senbra l’opera del mare quando lambisce un castello di sabbia costruito sulla spiaggia: non arriva quasi mai in modo prorompente.. a meno che non lo si stia combattendo da tempo; in genere si insinua e poi comincia a dissolvere ciò che trova sul suo cammino.

Esattamente così: Nettuno non demolisce, ma erode lentamente e mostra la sua forza di “dissolvimento” in maniera lenta, continua e progressiva, senza lasciare tregua; cambia le cose e, senza si abbia modo di rendersene conto, ci si diversi, con valori diversi, con priorità assolutamente diverse e con una visione della vita assolutamente diversa in quanto proprio l’abbattimento delle barriere ha permesso un allargamento della visione e, sul piano psicologico, ha permesso all’Io di “autotrascendersi” e di accedere a contenuti prima impercettibili.

La psiche ovviamente si arricchisce immediatamente poiché viene per così dire nutrita dall’inconscio e quindi acquisisce fantasia, immaginazione e sensibilità; tutto a mille, si ha desiderio di “affidarsi” a qualcosa di più grande perché, quando tocca i nostri pianeti personali, diventiamo ricettivissimi, quasi entrassimo in uno stato interiore di “concepimento”, ovvero uno stato in cui riusciamo a sentire di “essere” senza dover pensare di essere e, in quei frammenti di tempo, sperimentiamo stati di coscienza superiori in cui ci sentiamo “uniti” a tutto quanto c’è attorno.

Tutto avviene sul piano psicologico, nulla su quello livello fisico e attivo, ma Nettuno ci conduce pian piano in un altro regno permettendoci di accedere a qualcosa di diverso, alle nostre parti “diverse”, quelle che non hanno nessuna intenzione di sottomettersi ai vari adeguamenti richiesti ma che fantastica e sogna la “libertà” che nasce solamente dall’espressione della individualità.

Nettuno ci permette di comprendere che i cambiamenti non sono esterni ma, per attuarli, basta guardare con occhi ed angolazioni diverse ed il mondo appare effettivamente diverso.

Nettuno permette di percepire il “tutto” e non solo le singole parti. Nel corso dei suoi transiti si ritorna psicologicamente a quello stato iniziale da cui siamo usciti e in cui ci si sente “inseriti dentro ad un tutto che sostiene e nutre ” , una situazione di totalità e di “perfezione ideale” che è stata perduta nel momento della nascita, considerata la “caduta”. Di conseguenza, ci si sperimenta non più isolati, non più soli, e non più estranei.

Questa è la grande magia Nettuniana: si ritorna a quel “sentire” che è sempre estromesso dal “pensare”; si respire e si ha voglia di “affidarsi” a qualcosa di superiore, qualcosa che preesiste all’Io. Se lo si fa lo si ritrova veramente al proprio interno e si annulla in pochissimo tempo il senso di vuoto e la paura di isolamento che è stata vissuta a lungo da ognuno di noi; se non si accetta questo suo suggerimento, ci sarà un inevitabile senso di perdita di sé, qualcosa che ci farà sentire “perduti”, portatori di un grandissimo senso di svutamento e di annullamento.

a cura di Lidia Fassio