INTRODUZIONE A SIMBOLISMO LUNARE

La Luna è un simbolo molto più profondo ed incarnato del Sole, perché non lo dobbiamo ricercare nella nostra vita, mentre il Sole è qualcosa che dobbiamo conquistare e che richiede sempre la nostra attenzione e la nostra volontà, perché quest’identità raggiunga un senso sempre più strutturato e forte.

La Luna è profondamente incarnata in quello che è il principio femminile ancestrale. La Luna è qualcosa che noi leggiamo sempre nell’acqua: l’acqua trasporta tutto il simbolismo vitale, la vita nasce in un certo modo proprio dall’acqua, però abbiamo anche un femminile più antico, più arcaico che in qualche modo è legato molto più alla terra. Infatti i miti lunari nascono prima di tutto come miti di terra.

Il simbolismo del sistema matriarcale è molto più potente di quello che si è costituito dal sistema patriarcale. La storia del sistema matriarcale è molto antica. Le prime forme di matriarcato sulla terra di cui noi abbiamo una traccia ci permettono di calcolare che sia nato intorno al 100.000 a.C: potete comprendere come sia qualcosa di molto più vasto e radicato rispetto ai quattro/cinquemila anni di patriarcato.
Quando parliamo di Luna dobbiamo affrontare prima di tutto il femminile inteso come simbolo ancestrale, che possiamo vedere nel simbolo di X/Proserpina, che si lega all’immagine del serpente uroborico. Il serpente uroborico, oppure il cerchio, è il primo simbolo che noi troviamo nella storia dell’umanità, è il simbolo del tutto contenuto, dell’immagine del tutto che continua ad alimentare se stesso, e tutto quello che c’è all’interno in qualche modo ne fa parte. Quindi la Luna – o il femminile in genere – ha sempre questa spinta fondamentale a ritornare a qualche cosa di cui ha fatto parte. Per questo il principio lunare è legato al principio di relazione, al principio di Eros, perché indipendentemente dal discorso della relazione a due la Luna ha sempre bisogno di entrare in relazione, di essere partecipe, di fare parte, di appartenere – perché nasce come principio matriarcale di appartenenza a questo tutto.

Il cervello emotivo – o cervello limbico – è la parte più strettamente legata alla Luna; è la parte che arriva in seguito al nostro attaccamento, nasce con l’evoluzione dell’uomo e degli animali superiori, che sviluppano un contatto ed una relazione profonda con una figura di riferimento, che è ovviamente la madre. Questo significa che negli animali, anche se non arriviamo alla sofisticazione che hanno gli essere umani, troviamo dal punto di vista cerebrale tutta la funzione dell’attaccamento; i mammiferi allevano i loro figli, li allattano, li proteggono, li nutrono, li difendono, hanno un rapporto molto evidente con questa parte. Noi siamo un po’ ibridi nell’ambito dei di mammiferi, siamo in una situazione in cui nasciamo ed abbiamo bisogno per un lunghissimo periodo di dedizione totale, almeno per un anno non siamo in grado di mangiare da soli, non siamo in grado di camminare, per cui siamo totalmente dipendenti da una figura esterna.

Questa fase nel mondo matriarcale è molto visibile, noi come neonati ripetiamo simbolicamente questa prima fase del mondo matriarcale in cui siamo completamente dipendenti, così come era l’uomo completamente dipendente dalla natura.
Nella fase successiva la Luna continua ad avere un’importanza straordinaria.

Il patriarcato si è posto come un sistema in cui sono cambiati i miti, sono cambiati i valori, ma è cambiata profondamente anche la psiche dell’uomo. L’uomo nella fase patriarcale si è posto come centro del mondo, appena ha acquisito delle potenzialità e delle capacità attraverso l’uso della corteccia cerebrale, ha cominciato a pensare di poter organizzare, controllare, comandare tutto quello che stava all’interno, tutto quello che era il meccanismo che funzionava precedentemente.
Dovremo arrivare all’integrazione di queste due parti, dobbiamo trovare una modalità per imparare a non bloccare, respingere, rimuovere la parte istintiva ed emotiva, ma dobbiamo imparare a collaborare con questa parte. Nello stesso tempo, imparando a padroneggiarla – che significa necessariamente riconoscerla – comprenderemo che ha una funzione importantissima nell’ambito di quella che è la nostra vita, l’ha avuta e continua ad averla, imparando semplicemente a dirigerla nelle modalità che noi riteniamo migliori e più appropriate per il momento.

Questo viaggio verterà molto sulla gestione delle emozioni, proprio perché le emozioni sono il modo privilegiato attraverso cui la Luna si esprime, ma sono allo stesso tempo la parte che noi oggi denigriamo di più, perché alcune emozioni vengono riconosciute come positive e possono essere espresse, ma alcune emozioni non sono assolutamente viste come positive. Per esempio oggi noi denigriamo fortemente la rabbia, che comunque è l’emozione più simile al dolore, da un punto di vista fisico. Denigrando la rabbia ci condanniamo ad una forma di trattenimento, ad un blocco interno che è anche la causa della maggior parte dei problemi che viviamo noi oggi, da un punto di vista psicosomatico.
La rabbia da un punto di vista psicologico ha la possibilità di metterci in contatto con il nostro senso di identità più vero. Quando noi siamo arrabbiati significa che qualcosa di noi non viene riconosciuto, viene schiacciato, viene bloccato, non può esprimersi. La rabbia è sempre una modalità attraverso cui il nostro corpo ci dice “la tua volontà non è rispettata in questo momento”. Noi non dobbiamo sopprimere la rabbia, perché sopprimere la rabbia significa non avere più alcun contatto con quello che noi siamo.
Non dobbiamo reprimere, ma dobbiamo trovare un modo per far sì che la rabbia diventi semplicemente un mezzo di informazione, ed il comportamento che poi sceglieremo lo dobbiamo scegliere attraverso un’altra funzione. Questo passaggio è quello che noi oggi viviamo prepotentemente come conflitto. Il 90% delle persone oggi ha un conflitto o un complesso perché la ragione si è sovrapposta alla parte istintiva. Occorre ritrovare una modalità per rimettere in gioco queste due cose.

Il bisogno intimo della Luna è profondamente diverso da quello del Sole. Il bisogno intimo della Luna è quello di trovare e di creare relazioni, di avere uno spazio in cui poter vivere serenamente le proprie emozioni, di poter trovare uno spazio in cui poter mettere le proprie radici, in cui poter dar vita a qualche cosa, nutrirlo e farlo crescere.
La Luna è profondamente legata alla vita, al dar vita, al far sopravvivere, al continuare, al ritornare costantemente a riaprire e a portare avanti un nuovo ciclo. Questo simbolo di nutrimento è un simbolo che noi abbiamo sempre letto nella Luna, ma il simbolo del nutrimento parte ancora da prima.

Partendo da questa scienza modernissima, della psiconeuroimmunologia, le emozioni sono delle informazioni. Le emozioni in medicina psicosomatica sono considerate l’anello di congiunzione fra la psiche e il corpo.
Il sistema delle emozioni passa attraverso tre stadi. Questi tre stadi sono anche quelli che noi vediamo nei tre segni che rappresentano la crescita emotiva. Tutte le emozioni sono prevalentemente mostrate nel nostro tema natale dai tre segni Cancro, Scorpione e Pesci, i tre segni d’acqua, che rappresentano tre stadi importanti attraverso cui noi dovremmo passare per raggiungere una maturità a livello emotivo.
Nel primo stadio – livello Cancro – le emozioni nascono nella loro prima manifestazione come contagio emotivo, noi impariamo a sentire le nostre emozioni proprio perché abbiamo una porosità rispetto al mondo esterno. Quello che noi troviamo fantastico del sistema emotivo è proprio quella che chiamiamo empatia. Le emozioni sono l’unica possibilità che noi abbiamo per entrare in contatto vero con gli altri, non capiamo solo a livello cerebrale quello che accade negli altri, ma lo capiamo perché lo sentiamo. Noi impariamo a conoscere le nostre emozioni attraverso il sistema emotivo di nostra madre, quello con cui per primo entriamo in contatto, quindi le prime forme di empatia sono proprio a livello contagioso. Noi sentiamo tutto quello che sente lei, cominciamo a rispondere, a reagire a tutto quello che sente lei.
Nella prima parte della nostra vita abbiamo questo sistema che si sta formando, che ci conduce a fare in modo che sentendo le emozioni degli altri reagiamo anche per le emozioni degli altri.
Nel momento in cui siamo più o meno maturi da un punto di vista biologico ci troviamo ad avere tutti una grande capacità di contaminazione a livello emotivo, perché non c’è altro modo per conoscere le emozioni se non sentendole. Noi sentiamo tutto quello che ci sta attorno, in questo modo impariamo, entriamo in relazione, empatizziamo e quindi creiamo delle relazioni molto più complesse di quelle che possiamo creare a livello verbale. Però questo ad un certo punto diventa un nostro grande limite, perché significa che per un lungo periodo della nostra vita noi non sappiamo se stiamo reagendo a quello che è nostro o a quello che non è nostro.

Il secondo stadio, quello Scorpione, è lo stadio della differenziazione a livello emozionale. Noi lì dovremmo imparare un’altra potenzialità, quella di capire dove sta la differenza, dove è il limite fra quello che sentiamo noi e quello che sente l’altro.
Questo è già un passaggio estremamente importante e complesso, perché comincia a darci una certa autonomia, mentre nella prima fase noi non abbiamo nessuna autonomia. Se noi siamo individui separati e differenziati dal resto, anche se abbiamo la possibilità di sentire non è che siamo agiti da un’altra persona.
Se le emozioni di un’altra persona danno vita ad una reazione, quindi ad un mio comportamento, vuol dire che sono ancora in una fase di contagio: non ho nessuna capacità di differenziare, non sono autonoma. Il passaggio obbligato è proprio in casa VIII, Scorpione, primo grande principio di autonomia che anticipa l’autonomia della decima casa.
Successivamente arriviamo al terzo stadio, quello dei Pesci, il distacco.
Nello zodiaco ogni fase che noi stiamo facendo si conclude sempre con la fase acqua. L’acqua è l’ultimo dei quattro segni: vuol dire che qualsiasi stadio deve poi essere risolto a livello emotivo.

Quindi l’ultima fase che è il distacco dei Pesci, è un distacco partecipativo. Non ha niente a che vedere col distacco dovuto al non sentire, qui io sento perfettamente ma poi decido come agire.
I Pesci sentono, sono sicuramente quelli che hanno il sistema emotivo più sofisticato, ma che hanno capito bene come usarlo. Questo è visibilissimo nei Pesci, soprattutto se hanno il segno sostenuto bene: è comunque un segno che è capace di sgusciare, di togliersi dalle situazioni, di non farsi carico delle situazioni se non vuole farsene carico. Vuol dire che ha la capacità di gestire con distacco tutte le sue emozioni. Con distacco non significa rimuoverle, non significa schiacciarle o evitare di sentirle.

Le emozioni devono essere canalizzate attraverso la funzione sentimento. Le emozioni derivano dal sentire, l’emotività invece è una esagerazione del sistema emotivo. Quando io sono emotiva vuol dire che le emozioni hanno la totale padronanza di me, mi fanno svenire, agiscono per conto loro. Se io non ho nessun controllo sulle mie emozioni, vuol dire che non funziona il sistema.
Alcune emozioni sono bloccate perché non siamo in grado di gestirle. I problemi dell’emotività nascono quando si comincia a trattenere le emozioni. Noi conteniamo tutte le emozioni negative, ma abbiamo finito col contenere anche quelle positive. Noi abbiamo ovattato tutto a livello emotivo, tutto è compresso in una zona piccolissima, non si possono esprimere né gli eccessi da una parte, né gli eccessi dall’altra.

Le emozioni sono anche alla base di tutto il sistema di adattamento. Le emozioni derivano dal tipo di intensità e di risposta alle cose che noi viviamo, sono dotate di significato. Sono dei sistemi di funzioni estremamente complesse che comprendono valutazioni, apprezzamenti, processi fisiologici che sono capaci di agire sulla base di sensazioni assolutamente oggettive.

a cura di Lidia Fassio